Ricerca di identità nel Marocco di oggi

Nella sezione Settimana della critica di Venezia 70 il coraggioso "L'esercito della salvezza", del regista marocchino omossessuale Abdellah Taia. Intervista all'autore.

Romanzo e film omonimo, realizzati dallo stesso autore. Abdellah Taia, trentanove anni ma il viso di un dolcissimo ragazzo di 16, prima ha realizzato un romanzo chiamato L’esercito della salvezza e poi ha deciso di mettersi dietro la macchina da presa – coadiuvato dalla direttrice della fotografia Agnès Godard – per dirigere il suo primo film, presentato nella Settimana della Critica della 70° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Storia vera, autobiografica che il primo scrittore marocchino ad avere dichiarato pubblicamente la propria omossessualità – è riuscito a girare nei luoghi dei veri avvenimenti, anche perchè le autorità marocchine, trattandosi di una co-produzione francese, non hanno ostacolato il lavoro. Due anni per cercare i due ragazzi, il primo un ragazzino e il secondo un uomo di trent’anni, che potessero impersonarlo e raccontare prima la sua infanzia in Marocco, all’interno di una famiglia tradizionale nella quale Abdellah nutriva una profonda venerazione per il fratello maggiore e vivera un profondo conflitto con il padre violento. Poi il tentativo di una nuova vita in Svizzera, portandosi dietro un bagaglio di dolore, una sensazione di abbandono, difficile da affrontare. Con l’autore abbiamo parlato della perfetta costruzione scenica con ambientazioni in grado di raccontare metaforicamente i diversi stati d’animo del personaggio e della situazione sociale nel suo paese dopo i venti di rivoluzione della Primavera araba.

GIOVANNA BARRECA