Winspeare racconta le donne del Salento

Con In grazia di Dio, presentato a Roma dopo Berlino, Winspeare racconta il ritorno alla terra dopo la crisi. La nostra intervista al regista
Intervista a Edoardo Winspeare a cura di Emanuele Rauco

Il Salento più aspro e bello e le sue donne: un ritorno alla visceralità del suo cinema per Edoardo Winspeare, che dopo il Panorama di Berlino ha presentato a Roma In grazia di dio, il suo nuovo film in uscita nelle sale dal 27 marzo. Il film racconta quattro donne diverse tra loro ma legate in modo indissolubile alla natura e ai luoghi che amano più di qualsiasi altra cosa. La crisi economica sembra distruggere tutto, compresi i legami. Ma loro non ci stanno. C’è un modo per contrastare tutto ciò, ossia tornare alla masseria di famiglia a coltivare e allevare.
Prodotto a impatto e chilometro zero, scegliendo un ritorno alla natura simile a quello dei personaggi, e applicando il baratto per reperire il materiale per realizzarlo, In grazia di dio è un dramma solare, lieve e lento, di quella leggerezza e lentezza della vita contadina, che racconta la ricerca di felicità contro le intemperie della vita e anche il rapporto perso, eppure atavico, con la terra e la natura. Un racconto universale seppure con “radici lunghe 800 metri”, che vive dei suoi protagonisti, nessuno professionista, che hanno dato a Winspeare la loro verità e le dinamiche familiari così note, dato che Celeste Casciaro è la moglie di Winspeare e Laura Licchetta la di lei figlia. Perché in certi luoghi, in certe tradizioni, anche il cinema è una questione di famiglie.

EMANUELE RAUCO