La realtà e i sogni di gloria nella commedia del collettivo John Snellinberg

Sogni di gloria, opera seconda del collettivo John Snellinberg, esce dal 15 maggio, dop aver vinto il RIFF e il festival di Houston

Il segno è sempre quello degli anni ’70: dopo il poliziottesco della Banda del brasiliano, il collettivo John Snellinberg arriva nelle sale grazie a CGHV con Sogni di gloria, una commedia a episodi vincitrice del RIFF e del festival di Houston che assembla due mediometraggi e li lega tra di loro. I due protagonisti si chiamano entrambi Giulio: il primo è un disoccupato che pensa di sbattezzarsi dopo aver perso la fede, contro il volere della famiglia che organizzerà un piano per fargli cambiare idea; il secondo è uno studente cinese che viene coinvolto in un torneo di carte, nel quale Maurino cerca di riconquistare la dignità perduta.
Tutto girato a Prato, Sogni di gloria recupera la tradizione del “double bill all’italiana”, ossia due film in uno, che aveva segnata molta commedia anni ’70 e ’80 e crea un mondo narrativo in cui i problemi della realtà contemporanea, come la crisi economica e occupazionale, l’integrazione multietnica, la sfiducia nelle possibilità di cambiare le proprie vite, l’assenza di un futuro, in un contesto che pare proprio uscito dal bozzetto vernacolare degli anni ’70. Un mix che cambia spesso di registro e a cui il collettivo John Snellinberg restituisce sorrisi, risate, brio e tocchi di malinconia, come nell’omaggio finale a Carlo Monni, interprete del film che con Giorgio Colangeli forma una coppia di antagonisti notevole. Da tenere d’orecchio la colonna sonora dei Calibro 35.

EMANUELE RAUCO