Amos Gitai racconta al Lido la fuga degli ebrei polacchi #Venezia71

Gitai con Tsili adatta un romanzo di Appelfeld e racconta con il suo stile la fuga dalle deportazioni naziste

Tra i più fedeli registi della Mostra del Cinema di Venezia c’è l’israeliano Amos Gitai, il quale, dopo aver partecipato al concorso lo scorso anno con Ana Arabia, è quest’anno fuori concorso con il cortometraggio contenuto in Words with Gods e con Tsili, il suo nuovo film. Tratto da un romanzo di Aharon Appelfeld (Paesaggio con bambina, edito da Guanda), Tsili racconta della ragazza del titolo, fuggita dalle deportazioni naziste in Polonia, che si rifugia nel bosco, dove vive per anni con un altro sopravvissuto che la trova per caso, fino alla fine della guerra, quando dovrà cercare assieme agli ebrei liberati dai campi di ricostruirsi una vita e un luogo in cui vivere.
Interpretato da Sarah Adler (assieme al regista già in Ana Arabia), il film di Gitai è il racconto stilizzato della lotta per la sopravvivenza ebraica che rifondò, prima dell’approdo in terra d’Israele, con storie del genere, il rapporto tra natura e storia. Il regista utilizza due registri diverse per raccontare la fuga e lo stato selvaggio dei personaggi durante la guerra e quello durante il viaggio verso la liberazione: inquadrature lunghe e pochi dialoghi da una parte, tableaux vivants e sguardo teatrale dall’altra. Il film sarà distribuito da Microcinema.

EMANUELE RAUCO