Robert De Niro racconta in un documentario il padre, pittore omosessuale

"E' qualcosa che sento di dover fare per tenere in vita il suo lavoro", dice l'attore presentando "Remembering the Artist Robert De Niro Sr", in onda su Sky Arte il 28 dicembre

Robert De Niro rende omaggio a suo padre, Robert Sr., pittore figurativo che a New York negli anni Cinquanta ebbe un certo successo, ma fu poi dimenticato e cancellato dall’ondata della Pop art. L’ attore premio Oscar è arrivato a Roma per presentare il documentario con cui celebra la sua memoria, Remembering the Artist Robert De Niro Sr. documentario diretto da Perri Peltz e Geeta Gandbhir, che andrà in onda su Sky Arte il 28 dicembre.

“Il successo è una combinazione di tante cose: – ha spiegato De Niro – anche se sei bravissimo non è detto che tu ottenga un certo tipo di riconoscimento. Lui non ha avuto quello che meritava, forse perché era nel posto sbagliato al momento sbagliato”.

Anche attraverso inedite immagini di famiglia, diari, ricordi di critici e artisti, interviste con l’artista e con altri esponenti del mondo dell’arte, il film narra la breve ascesa e il successivo declino di De Niro Senior, frammenti di vita privata, come il breve matrimonio con la pittrice Virginia Admiral e la nascita del figlio Robert, accennando anche all’omosessualità mai apertamente confessata. Figlio di un rigido italoamericano, marito e padre molto giovane che scoprì e visse con difficoltà la propria omosessualità, si autoescluse volontariamente dalla cerchia di Pollock e De Kooning, che ebbe fama e soldi, per rimanere fedele alla propria pittura e al proprio segno.

“Ho sempre sentito che avrei dovuto fare un documentario su mio padre, per lui e per far conoscere il suo lavoro alla mia famiglia, ai miei figli e ai miei nipoti. Mi hanno chiesto di scrivere un’opera teatrale sulla sua vita, ma non saprei da dove iniziare, non credo lo farò”.

A proposito dell’omosessualità del padre l’attore ha rivelato: “Da bambino non mi rendevo conto, l’ho scoperto da adulto: non mi ha mai detto niente, era di un’altra generazione, viveva questa cosa in maniera molto conflittuale”.

Tra rimpianti per non averlo spinto a curarsi meglio quando si ammalò e ricordi affettuosi, De Niro ha confessato: “Quando è morto siamo entrati nel suo studio e abbiamo archiviato tutto, ma io non ho ancora letto tutti i suoi diari. Per ora non ci riesco: lo farò quando me la sentirò”.