L’Inferno di Biggio e Mandelli, tra smartphone e seminatori di bruttezza

Dopo i tic e le nevrosi de "I soliti idioti" Biggio e Mandelli scomodano Dio e Dante per indagare i peccati 2.0 in "La solita commedia: Inferno". Interviste al cast
Intervista a Biggio e Mandelli a cura di Marilena Vinci
Intervista a Gianmarco Tognazzi e Daniela Virgilio a cura di Marilena Vinci

InfernoDopo I soliti Idioti Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli tornano al cinema per raccontare ancora i tic, i difetti e le nevrosi degli italiani stavolta con l’intento di individuare  i moderni peccati. S’intitola La solita commedia – Inferno di cui, oltre ad essere interpreti, firmano regia e sceneggiatura assieme a Martino Ferro.

All’inferno, così come lo ha narrato Dante Alighieri nella sua Divina Commedia, regna il caos. Ogni giorno arrivano schiere di nuovi peccatori e Minosse non sa più come smistarli nei vari gironi. Lucifero chiede a Dio di risolvere il problema e decide di inviare Dante sulla terra per catalogare i nuovi peccatori e creare nuovi gironi nell’ade ma tra il traffico nell’ora di punta, la corsa al supermercato e il condominio, la vita quotidiana sembra non essere da meno all’Inferno. Un campionario di nefandezze familiari a chiunque, che il duo comico mostra per ridicolizzare atteggiamenti e manie, come nella scena in cui, rievocando Trainspotting, lo smartphone è la nuova droga. Il peccato imperdonabile? Per Biggio e Mandelli è quello dei seminatori di bruttezza.

A differenza dei due precedenti film stavolta a mascherarsi per dar volto ai vari personaggi non sono solo Biggio e Mandelli, ma anche gli attori che li circondano: Gianmarco Tognazzi, Paolo Pierobon, Tea Falco e Daniela Virgilio.

Ad accompagnare il film è la canzone Vita d’inferno con cui Biggio e Mandelli hanno partecipato all’ultimo festival di Sanremo.

La solita commedia: Inferno è al cinema dal 19 marzo, distribuita da Warner Bros in 350 copie.

MARILENA VINCI