Gli amori folli

05/05/10 - 88 anni quest’anno. Un traguardo invidiabile, come uomo ma soprattutto comeregista. Certo...

La vitalità senile di un grande regista

05/05/10 – 88 anni quest’anno. Un traguardo invidiabile, come uomo ma soprattutto come regista. Certo Alain Resnais è ancora lontano dall’incredibile prolificità di Manoel De Oliveira, più di 100 anni e un film all’anno – di cui l’ultimo sarà presentato a Cannes – ma di certo può difendersi alla grande. E il suo nuovo film ne è un folgorante esempio. Les herbes folles, titolo originale più indicato rispetto alla blanda traduzione italiana, arriva dopo 3 anni dall’ultimo, ottimo Cuori, e proprio al Festival francese dello scorso anno ha vinto il premio speciale della giuria, oltre a una menzione all’intera carriera di Resnais: dimostrazione chiara di un talento che non è stato abbattuto dal tempo che passa e dalla stanchezza connessa all’età, ma che anzi ha saputo fare delle esperienze acquisite un viatico per continuare un percorso di sperimentazione. Ma anche d’incredibile e fresca leggerezza con cui guardare al mondo. E al cinema.

gli amori folliIl caso mette in relazione Marguerite, a cui viene rubata la borsetta dopo una sessione di shopping in un negozio di scarpe, e Georges, che ne ritrova il portafoglio abbandonato vuoto accanto alla sua auto parcheggiata. Proprio il modo in cui Resnais ci fa conoscere i due protagonisti dà idea del suo modo magico di gestire i personaggi e le informazioni da dare allo spettatore: una voce fuori campo che cambia, alternando narrazione, riflessione e flusso di coscienza, la mancanza dei volti per molti minuti e una costruzione quasi musicale giocata sul dettaglio e sul movimento di macchina, come il carrello che segue in piano ravvicinato la “corsa” della borsetta rubata. Se il plot di base è quello del rapporto bizzarro e tormentato tra Marguerite e Georges, fatto di lettere, telefonate e pedinamenti, è la trama sotterranea a dare forza al film, a renderlo speciale e in un certo senso straordinario. Ed è proprio quella trama che ha come centro teorico il farsi del racconto, il suo costruirsi davanti agli occhi dello spettatore: il regista, che punta sulla morbidezza di uno stile ricco di carrelli, dolly, panoramiche, movimento (a ricordare quella camera-stylo che era uno dei principi generatori della Nouvelle Vague) appronta l’intero film come una meditazione sul senso stesso della narrazione, della creazione artistica, letteraria e cinematografica e sul regista come ironico demiurgo. Dov’è quindi che il “gioco” di Resnais si fa serio e originale rispetto ad altri “giochi” simili? Se non nel virtuosismo energico della regia, in un’ispirazione che trae vigore proprio dall’aria e dall’erba, in una capacità di rigenerarsi dagli stessi elementi materici che racconta (come già il fumo in Smoking-No Smoking). Oltre dello spessore aereo delle immagini – a cui fa da contralto il peso di una macchina da presa – il film s’imbeve quindi delle due componenti materiali per eccellenza del cinema. Scenografie e attori: le prime, di Jacques Saulnier, delimitano gli spazi narrativi, descrivono i personaggi, si fanno specchio dell’ironia beffarda del creatore, giocando di continuo tra realismo maniacale, divertissement di design e dichiarata ricostruzione fantasiosa, come il commissariato, vero luogo di scambio del racconto. Gli attori poi sono quelli con cui Resnais divide onore e gloria da una vita, Andrè Dussolier e Sabine Azéma, le due icone del cinema d’autore francese, quello che guarda alla commedia più che all’impegno. Assieme a loro Emanuelle Devos e Mathieu Amalric.

I quattro riproducono perfettamente non solo i sentimenti e le volontà di Resnais nell’adattare un romanzo di Christian Gailly, ma anche le sfumature di cui, di volta in volta, si riempie l’intera inquadratura. E che sembrano, assieme a un perfetta sceneggiatura e a una regia di eccitante inventiva, la perfetta dichiarazione d’intenti di cos’è il cinema. Almeno per un quasi novantenne.

(EMANUELE RAUCO)

Titolo originale: Les Herbes Folles
Produzione: Francia, Italia 2009
Regia: Alain Resnais
Cast: Sabine Azéma, André Dussollier, Anne Consigny, Emmanuelle Devos, Mathieu Amalric
Durata: 104′
Genere: drammatico
Distribuzione: Bim
Data di uscita: 30 aprile 2010

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