Il ministro

Una vicenda che si muove e si confonde tra realtà e finzione, con l’abilità di restare sempre in bilico e lasciare tutto irrisolto. E’ il taglio su cui si muove Il Ministro, terzo film di Giorgio Amato, nato a Milano nel 1969, una lunga attività come sceneggiatore e autore televisivo, due film in precedenza, Circuito chiuso, 2010 e The Stalker, 2013. Imprenditore edile sull’orlo della bancarotta, Franco Lucci ha una sola possibilità per salvarsi: organizza a casa una cena con ospite d’onore il Ministro, un importante uomo politico disposto ad intervenire per favorire l’amico con un ricco appalto ‘pilotato’. Quando la cena comincia, ben presto le carte si sparigliano…

La storia è amara e nerissima, con la volontà precisa di tenere alto il livello della commedia. Il riferimento, precisa Amato, è al primo episodio de I mostri, quello che si intitola ‘educazione civica’ e dove Ugo Tognazzi conduce il figlio Ricky a lezione di ‘furbizia’ e di opportunismo, prendendo in giro persone credulone e ingenue. E’ una citazione significativa, perché quei piccoli riquadri di ordinario cinismo che erano gli episodi dei mostri si ritrovano allargati nella sguardo lungo di Amato. E il film, nella sua impietosa dinamica narrativa evita la denuncia e la messa alla berlina per dire che c’è in molte zone dell’opinione pubblica una corruzione tendenzialmente ‘naturale’ che diventa facile preda di scardinamento sociale. Siamo tutti colpevoli, sembra di poter dire, e se non lo siamo, abbiamo l’intenzione di diventarlo. E’ un sottofondo dato non come tesi ma come impressione, tanto radicata quanto profonda. Su questo leit motiv Amato lavora con scioltezza, riuscendo a mantenere leggero il ritmo, muovendosi tra umorismo amaro e scherzi del destino, senza fare sconti ad alcuno. Con una regia tersa e incisiva, animata da sbalzi tristemente beffardi, ben sorretti da un gruppo di attori convinti e motivati. Tra i quali si segnalano Gianmarco Tognazzi, il Franco sull’orlo del fallimento, Alessia Barela, la moglie Rita, Edoardo Pesce, suo fratello Michele, Fortunato Cerlino, il ministro che partecipa alla cena, Jun Ichikawa (Zhen) e Ira Fronten (Esmeralda), la ballerina di burlesque e la cameriera di casa Lucci.

Massimo Giraldi per cinematografo.it