Arrivano i nostri

12/03/09 - Accertata la vittoria al botteghino di “Italians” (quinto nella classifica generale della stagione)...

Arrivano i nostri

(Rubrica a cura di Alessandro Aniballi)

arrivano-i-nostri-interno.jpg12/03/09 – Accertata la vittoria al botteghino di “Italians” (quinto nella classifica generale della stagione) su “Ex” (“solamente” nono) e registrato il sostanziale insuccesso di “Questo piccolo grande amore”, che è uscito dalla top ten già  da due settimane e che è stato “consumato” giusto nei “giorni” di San Valentino, il primo titolo italiano ad apparire tra i maggiori incassi della settimana (ma solo a metà  classifica) è quello “Iago” diretto da Volfango De Biasi e interpretato da Nicolas Vaporidis, con cui la Medusa ha cercato di bissare l`expoit di “Come tu mi vuoi”. Le cose però non sono andate esattamente come previsto, sia su di un piano meramente commerciale che su quello, per così dire, “artistico”.

Stiamo forse assistendo alla prematura dissolvenza del teen-movie all`italiana, la cui crisi come genere è stata certificata dal vuoto sequel di “Notte prima degli esami” e dal raffazzonato “Questa notte è ancora nostra”, senza parlare del finto-parodico “Ti Stramo”, del sotto-de-genere “Ultimi della classe” e del vano tentativo “adultizzante” compiuto con “Cemento armato”. Oltre alle idee, probabilmente manca anche un autentico modello, visto che la formula moccia-muccino funziona a suo modo solo con i titolari del format, fatto di ingenuo e “lucchettato” romanticismo. Ne consegue che, data l`assenza di sceneggiatori e registi di livello, tutto rischia di ridursi a un volto, quello di Nicolas Vaporidis per l`appunto. Ed è qui che “casca l`asino”, a nostro modo di vedere. L`interprete romano non ha l`aura del bello come Riccardo Scamarcio (il quale nel frattempo si è ampiamente emancipato) e, allo stesso tempo, non sembra possedere la versatilità  necessaria per incarnare di volta in volta personaggi diversi. Se era perfetto in “Notte prima degli esami”, non sembrava invece convincente nel ruolo del “fico” in “Come tu mi vuoi”; ma, soprattutto, fallisce completamente in “Iago”, dove alla superficie del bravo ragazzo avrebbe dovuto instillare una complessa architettura fatta di ombrosità , invidia, hybris.

D`altro canto la rilettura shakespeariana è sintomo sia di un esaurimento del materiale narrativo del genere sia di una operazione decisamente troppo ambiziosa. La scelta di calare il teen-movie nella “civile e barbara” Venezia del bardo è sì un’operazione commerciale che riecheggia apertamente il “Romeo+Juliet” del 1996 (vedasi la frase di lancio del film), ma allo stesso tempo priva il potenziale spettatore adolescente del lato romantico che aveva il lungometraggio con Di Caprio. L` “Othello” di Shakespeare non ha nulla di brufoloso: lo stesso Iago è il figlio degenere di una società  civilissima e corrotta come quella veneziana di un tempo. àˆ difficile immaginare che possa esistere uno Iago ventenne, sia pure iscritto all`università . Quello spregevole risentimento non può che coltivarsi con il tempo; deve sedimentare per poter esplodere. Invece, prendendosi delle libertà  dal testo originale, De Biasi costruisce l`invidia del personaggio nella primissima parte del film, quando il giovane e speranzoso studentello d`architettura viene rifiutato da Desdemona in favore del prestante Otello. Probabilmente allora il teen-movie non dovrebbe evadere da sè stesso, cercando di non far altro che raccontare, con un minimo di realismo e di attualità , una storia d`amore e, con essa, uno sguardo verso il futuro, lavorativo e non, felice e non.