I booktrailer al Cortinametraggio

Cortinametraggio porta in sala e in competizione i booktrailer delle produzioni editoriali di giovani autori e di scrittori affermati per imparare a familiarizzare con questo nuovo prodotto audiovisivo, tra spot, cinema, letteratura e pedagogia.
Intervista a Thomas Fazi, produttore di Suk Ovest e regista di Thomas Jay

La quarta edizione di Cortinametraggio (13/17 marzo 2013) ha presentato un’interessante novità: i booktrailer. La kermesse diretta da Maddalena Mayneri, che porta a Cortina d’Ampezzo la miglior produzione di cortometraggi della stagione cinematografica 2012, grazie alla nuova collaborazione con la Rai (Rai 5, Rai Eri e Rai cinema), presenta – per la prima volta nelle sale – un contenuto virale come lo spot di un libro. Cortinametraggio regala a un prodotto video che circola soprattutto e quasi esclusivamente in rete – nato per essere, come al cinema, il trailer di un qualcosa dal più ampio respiro narrativo e stilistico – il confronto con il pubblico. Edoardo Becattini da circa un anno, attraverso il forum de Il tropico del libro, è un osservatore privilegiato di tale fenomeno e, come responsabile della selezione dei 27 finalisti sugli oltre 100 booktrailer arrivati da case editrici importanti e da quelle piccole e indipendenti, definisce i booktrailer: “Sintesi tra cinema, letteratura, pubblicità e anche pedagogia perché invitano alla lettura”. A Cortina troviamo dei trailer di romanzi famosi e importanti come il bestseller di Massimo Gramellini, Fai bei sogni, diretto da Riccardo Sartori, che però ha una struttura poco originale puntando sul palloncino rosso (presente anche nella copertina del libro) che vola su una serie di figure e di strade (animazione in stop motion) che sono quelle della vita che lo stesso autore ha in un certo modo ignorato fino a quando non ha deciso di affrontare la verità sul suicidio della madre. Stop motion accattivante, semplice, originale ed efficace invece per il saggio di Beppe Severgnini, Italiano di domani diretto da Francesco Angeli con l’uso della voce narrante dello stesso scrittore. E stesso giudizio per Cose che nessuno sa del duo Cric: Clemente Demuro e Davide Mardegani sul romanzo adolescenziale di Alessandro D’Avenia; con la tecnica del passo uno scorrono le pagine del libro (gli autori ci rivelano che venivano fatte girare grazie a un filo di nylon sottilissimo e invisibile) e per 24 fotogrammi in un secondo, un piccolo granchio stilizzato e disegnato sulle pagine ci traghetta non verso la sinossi del libro ma verso le suggestioni che si possono cogliere dal testo, puntando sul tema della bellezza. Il trauma di Margherita alla base del romanzo viene declinato tutto, incuriosendo, su tale concetto: “La bellezza che nasconde storie dolorose ma solo le storie rendono le cose interessanti”. Il respiro del deserto dei fratelli Parodi dal romanzo di Marco Buticchi, Il rumore dei baci di Marco Ponti e Sergo Luca Loreni sul romanzo di Luciano Ligabue e ancora 3 atti e due tempi sempre Marco Ponti e Sergio Luca Loreni per l’opera di Giorgio Faletti, invece scelgono un approccio più classico, utilizzando come personaggi e voci narranti gli stessi autori dei testi che ci traghettano nella storia, nelle location dei romanzi, tra i loro personaggi umani e non. Operazione che troviamo artisticamente valida ma piuttosto sterile e poco originale.

La cura nella ricerca delle ambientazioni, tra uno ieri – ricostruito – e un oggi verosimile è utilizzato da Luca Valente, autore e regista del thriller Indagine 40814. Fotografia in puro stile cinematografico e sintesi perfetta nei dialoghi. La voce ‘noir’ e potente, una grafica (ottimo lavoro di Alberto Antinori) in grado di traghettare in ambientazioni dark, “piene di sudore e adrenalina” sono alla base del booktrailer di Pietro Ciccotti: Suk Ovest, banditi a Roma dal romanzo di Massimiliano Smeriglio, dove la croce della rosa dei venti aiuta a notare – raccontando la parte iniziale del romanzo – le differenze e le distanze in una metropoli dove circolano desideri faziosi e partigiani, tra storie di vendetta e solitudini. Olivia ovvero la lista dei sogni possibili di Davide Gentile risente di una forte contaminazione cinematografica rifacendosi a Il meraviglioso mondo di Amélie di Jean-Pierre Jeunet ma appiattendosi nella ricerca della stessa cadenza della voce narrante, nella stessa fotografia del film senza stile. Stile che invece è presente, colpisce e intriga nel booktrailer di Thomas Fazi e Erica Gentile: Thomas Jay, scritto da Alessandra Libutti. Gli autori giocano con la creazione di un mockumentary non dichiarato che, in una certa maniera, tradisce il romanzo stesso ma risulta accattivante perché ci porta a credere fortemente nel racconto presentato, a vivere le gioie e dolori del protagonista di fantasia che nessuno di noi conosce – secondo la tesi del video – perché (forte accusa alla contemporaneità): “oggi, se non appari, non esisti”.

Tanti i lavori che giocano con le suggestioni visive ed è apprezzabile il bianco e nero, il gioco tra passato e presente e l’assenza di parole del lavoro di Mauro Santini, dal romanzo di Joao César Monteiro che invece un riferimento diretto alla forma scritta lo ha già nel titolo: L’alchimista di parole. Ci sono poi booktrailer che hanno trovato nella semplicità della messa in scena la loro chiave di originalità che arriva diretta agli spettatori: Missing di Sara Fasullo e Francesca Bianchi, dal libro di Alberto Fuguet è ambientato in un mercato rionale dove le persone leggono passi del volume. Un lavoro di montaggio con le foto del viaggio formativo di Andrea, ragazzo autistico, e di suo padre per gli Stati Uniti – tra paesaggi mozzafiato e incontri con un’umanità variegata – e alcune frasi scritte al computer (unico modo di comunicare del ragazzo) che raccontano di “un uomo imprigionato in pensieri di libertà” sono l’approccio scelto per Se ti abbraccio non aver paura di Mauro Crozza dal libro di Fulvio Ervas. In questi scatti, nella solo successione c’è un timbro poetico che emoziona e coinvolge spingendo davvero gli spettatori a voler conoscere il racconto in forma scritta, riuscendo così nel vero intento che hanno questo genere di lavori.
Infine definiremmo riuscito l’ammiccamento al mondo dei teenager di Evelina De Gaudenzi per Graffiti moon (racconto di Cath Growley ) che, con macchina a mano, ci porta in un mondo “underground” con la protagonista, innamorata dei messaggi-richieste di attenzioni di un graffitaro metropolitano. Allo stesso target di pubblico mira Nemmeno un bacio prima di andare a letto di Cecilia Irene Massaggia dal romanzo di Manuela Salvi giocando tra una messa in scena teatrale e gli ambienti colorati e claustrofobici di una discoteca. Ricostruzione di parte della storia di ragazzi ma questa volta in un ambiente scolastico per Pensavo di scappare con te di Aberto Calveri dal romanzo di Francesco Gungui dove una ragazza inizia a dire, dopo un trauma, tutto quello che pensa. Così e solo così potrà davvero conoscere se stessa e, finalmente, la vita.