Un biopic per Richard Pryor

Forest Whitaker produrrà un biopic su Richard Pryor, leggendario stand-up comedian americano deceduto nal 2005 e noto soprattutto per le commedie interpretate al fianco di Gene Wilder.

Il premio Oscar Forest Whitaker produrrà un biopic dedicato a Richard Pryor  leggendario stand-up comedian afroamericano deceduto nal 2005.  Noto soprattutto per le commedie interpretate al fianco di Gene Wilder, Richard Pryor ha interpretato tra gli altri: Wagons lits con omicidi (1976), Non guardarmi: non ti sento (1989), Non dirmelo… non ci credo (1991), Chi più spende… più guadagna! (1985) ma ha lavorato anche in pellicole di ben altro tenore come Blue Collar di Paul Schrader (1982) uno dei pochi film statunitensi che affrontava le condizioni di vita degli operai, per chiudere poi la sua carriera sul grande schermo con una breve apparizione in Strade perdute di David Lynch (1997).
Whitaker produrrà e svilupperà lo script della pellicola con la vedova del celebre comico, Jennifer Pryor. Quella di realizzare un film biografico su Richard Pryor è un’idea che circola a Hollywood già da parecchi anni e di recente si era fatto il nome di Bill Condon come possibile regista e di Marlon Wayans (poi anche Eddie Murphy, Chris Rock) come protagonista, ma Condon è stato poi coinvolto nella direzione degli ultimi due capitoli della saga di Twilight e il progetto è decaduto.
In passato, anche Martin Scorsese aveva ipotizzato di realizzare il film, prima ancora della morte di Richard Pryor e in quel caso con protagonista doveva essere Damon Wayans.
Richard Pryor ebbe una vita piuttosto avventurosa, era cresciuto infatti in un bordello di proprietà di sua nonna ed era figlio di una prostituta e di un boxeur. Da piccolo fu vittima di abusi e violenze, si sposò sette volte, di cui due con le stesse donne, ebbe sei figli e nel 1986 gli fu diagnosticata la schlerosi multipla. Nel corso degli anni ’70 era divenuto una vera e propria star della comicità grazie al suo humour graffiante e sovversivo. Nei suoi monologhi affrontava sovente e senza mezzi termini il tema del razzismo, utilizzando un linguaggio esplicito e graffiante. Morì di infarto nel 2005 all’età di 65 anni.