Il figlio più piccolo

19/02/10 - Pupi Avati è un regista come in Italia non ce ne sono più, e ciò in un senso non necessariamente positivo...

La volgarità dei nostri giorni in un film ambiguo

19/02/10 – Pupi Avati è un regista come in Italia non ce ne sono più, e ciò in un senso non necessariamente positivo: fa un film, anche più, all’anno, scrive, dirige e produce i suoi film assieme al fratello Antonio, amplia gli orizzonti dei suoi film scrivendo in parallelo i romanzi, mette su una vera e propria factory tra attori e assistenti. Ciò non toglie che, tranne in rari casi, i suoi film non hanno mai la zampata che serve per farsi ricordare, e quest’ultimo non fa eccezione.

il figlio più piccoloLuciano Baietti ha fatto fortuna come manager di svariate imprese, intrallazzando sapientemente col suo sodale Bollino, ma lasciando da sola la sua famiglia, specialmente la moglie Fiamma e Baldo, il figlio minore e più ingenuo: ma quando la magistratura si farà sentire, Luciano prova a coinvolgere meschinamente proprio il candido Baldo. Una commedia dalle vene drammatiche, come il genere nostrano ha sempre fatto, scritta dallo stesso Avati per parlare finalmente di “una realtà indecente” di cui però non pare avere il coraggio di coglierne l’orrore fino in fondo. L’obiettivo del regista romagnolo sono gli antri bui della borghesia contemporanea, palesemente ispirato ai furbetti del quartierino della cronaca recente, di cui mettere alla berlina la volgarità del mondo in cui vivono e la meschinità anaffettiva di sentimenti uccisi dal denaro e che i sogni, benché folli o stupidi, devono poter ribaltare. Ma il vero limite del film è tutto nello sguardo sugli antagonisti, vero centro del film: infatti questo duetto di personaggi infidi, senza scrupoli, amorali, col passare dei minuti diventa sempre più “piacione”, simpaticamente cialtrone, bonario a suo modo e coi suoi bei problemi affettivi sentimentali che dovrebbero giustificarli (e visto il finale è come se lo facessero), mentre il tono sincero con cui aveva raccontato il declino dei sogni e le prede di questi avvoltoi sbraca nella farsa, ricordando “Oggi sposi”.

Ciò che non riesce a fare Avati e tenere sul serio lo sguardo cinico che vorrebbe ereditare da Monicelli, finendo per essere debole coi forti e sprezzante coi deboli (la caratterizzazione fin troppo calcata della stupidità dei giusti), avendo per altro non pochi problemi anche dal punto di vista tecnico, vista la bruttezza dei trasparenti. Gran parlare di sé farà la prova drammatica, o perlomeno in un film “serio”, di Christian De Sica, dopo decenni di farsacce, ma non lasciatevi ingannare, recita sempre allo stesso modo finendo per auto-citarsi. E per lasciare con un palmo di naso lo spettatore che, per circa mezz’ora, ci aveva creduto.

(EMANUELE RAUCO)

Produzione: Italia, 2010
Regia: Pupi Avati
Cast: Christian De Sica, Laura Morante, Luca Zingaretti, Sydne Rome, Nicola Nocella, Manuela Morabito, Fabio Ferrari, Marcello Maietta, Massimo Bonetti, Alberto Gimignani, Maurizio Battista, Giulio Pizzirani, Pino Quartullo, Alessandra Acciai
Durata: 100′
Genere: comico-drammatico
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 19 febbraio 2010

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