11 metri

01/11/11 - Al Festival di Roma, un documentario di Francesco Del Grosso su Di Bartolomei, storico capitano dei giallorossi morto suicida nel '94.

Dalla nostra inviata LIA COLUCCI

Ascolta le interviste di RADIOCINEMA a:

  • Il regista, Francesco Del Grosso
  • Antonello Venditti e Massimo D’Alema
  • Quando il roccioso terzino Alan Kennedy mise in rete l’ultimo dei rigori, l’urlo dei tifosi del Liverpool diventò un boato e la curva giallorossa sprofondò in un tombale silenzio. Era il 30 maggio 1984. Una data indimenticabile per i tifosi romanisti, quella che segnò la fine di un sogno e l’inizio di un incubo. Un bellissimo sogno che si infranse in 11 metri e che segnò anche l’inizio della fine del loro capitano. Per Agostino Di Bartolomei, primo giocatore romano e romanista ad aver indossato la fascia da capitano della AS Roma, quella fu infatti l’ultima partita indossando i colori amati fin da bambino. E insieme l’inizio di un’agonia che avrebbe trovato risoluzione esattamente dieci anni dopo, con un colpo di pistola. Una storia incredibile e scioccante, dall’alto potenziale simbolico e dall’enorme fascino cinematografico. Tanto che già Paolo Sorrentino vi si era ispirato per descrivere uno dei due protagonisti de L’uomo in più, e che adesso, a distanza di 17 anni dal suo drammatico epilogo, rivive nel documentario firmato da Francesco Del Grosso, 11 metri, prodotto dalla Vega’s Project e presentato come evento speciale al Festival Internazionale del Film di Roma.

    Dagli inizi tra Tormarancia e la “chiesoletta” della Garbatella agli straordinari anni della Roma di Viola e Liedholm, il passaggio al Milan di Berlusconi e poi la chiusura di carriera alla Salernitana. La parabola di “Ago” è raccontata cronologicamente, passo dopo passo, con un abbondante coro di voci (familiari, amici, compagni di squadra, giornalisti) che ne ricostruiscono il percorso mitico. 11 metri è infatti la polifonica testimonianza dell’ascesa e della successiva caduta di un campione unico nel suo genere, silenzioso e schivo ma capace come pochi altri di essere anche leader (a sottolineare la differenza tra campione e leader sono le parole di Giorgio Rossi, “storico” massaggiatore della AS Roma). Biografia autorizzata che non perde mai di vista l’uomo e il giocatore Di Bartolomei ma che non ne riesce tuttavia a intercettare le profonde inquietudini, a dare un senso alla profonda malinconia dello sguardo, a mettere in rapporto la figura con lo sfondo (il passaggio dagli anni Settanta ai primi anni Novanta). Commovente ma un po’ agiografico, il film di Del Grosso se da una parte è il dovuto “risarcimento” (così lo ha definito Mario Sesti alla presentazione dell’evento speciale) a uno dei capitani romanisti più amati, dall’altra non rischiara completamente quelle zone d’ombra che hanno reso “Diba” una delle figure più suggestivamente contraddittorie dell’immaginario popolare.