14 giorni – dal libro al film

La nostra intervista a Monica Rametta che, con Ivan Cotroneo, ha scritto 14 giorni. Una storia d'amore, edito da La nave di Teseo. Abbiamo scoperto come l'autrice ha lavorato alla scrittura del romanzo a quattro mani e alla sceneggiatura del film, sempre con Cotroneo che ne firma la regia. Film prodotto da Indigo Film con protagonisti Carlotta Natoli e Thomas Trabacchi.
Intervista a Monica Rametta a cura di Giovanna Barreca

La città di Roma è deserta, come non avremmo mai potuto credere di vederla. Mai, prima di averla vista sul serio.

Le strade vuole sembrano inutili.

Le saracinesche di tutti i negozio sono abbassate.

Le porte delle chiese sono serrate.

Quando passa un’automobile, sembra che porti il vento con sé.

Una farmacia con la croce verde che lampeggia, e due persone in attesa con la mascherina sul volto.

Silenzio.

Intanto, gli ospedali sono diventati luoghi di battaglia. Ci sono vittime, tante, ci sono eroi, per fortuna, tanti.

Dietro le finestre si indovina la vita delle persone.

E, come nella prima scena di un film di Hitchcock il lettore di 14 giorni. Una storia d’amore di Ivan Cotroneo e Monica Rametta, lascia il mondo esterno ed entra dalla finestra nella casa romana di Marta e Lorenzo per ridere (tanto) e piangere con loro, per partecipare a un viaggio di caduta e chissà di rinascita o di fine di una relazione che potrebbe assumere – dopo 15 anni insieme e 12 di matrimonio (senza figli) e le valigie di lui dalla porta d’ingresso perchè vuole andare a vivere con un’altra donna – nuovi confini. Lorenzo vuole andar via ma Marta è entrata in contatto con un possibile positivo covid e quindi i due coniugi sono costretti a restare insieme, chiusi in casa, in isolamento per 14 giorni. E il lockdown, dalla condizione iniziale di “prigionia forzata insopportabile” si trasforma nell’opportunità di non buttare una vita insieme in pochi minuti sbattendo una porta, l’occasione per farlo con maggiore presa di coscienza di cosa è successo al loro matrimonio, di come è cambiato e si è trasformato il loro stare insieme. Pur restando nei loro 80 mq Marta e Lorenzo compiono un viaggio di crescita e di evoluzione come individui e come coppia. Tutto mentre, come afferma Marta: “lì fuori la gente muore o combatte e (…)  forse il mondo sta crollando”.

Il romanzo è diviso in 14 capitoli per permettere al lettore di vivere, di ogni giorno, un momento ben preciso della vita di Marta e Lorenzo e scoprire come il loro incontrarsi, scontrarsi, odiarsi, amarsi, parlare, litigare, toccarsi, respingersi, insultarsi, confidarsi, cambi giorno dopo giorno. L’inizio, La spesa, Sei minuti, Il massaggio, Unghie, Ansia, Sangue, Cena, Libri sono solo i titoli dei primi capitoli del romanzo dove per i due c’è l’occasione di farsi e di dirsi qualsiasi cosa, di ridere come quando Marta continua a recriminare e punzecchiare Lorenzo con considerazioni su Alessia (la nuova compagna) mentre l’uomo vuole completare l’ordine on line della spesa: “Venti secondi e il carrello si svuota. Poi è tutto da rifare e bisogna ricominciare dall’inizio”. “Sarebbe bello se si potesse davvero”. Marta lo guarda. Lorenzo alza gli occhi su di lei. “Stai parlando di noi?” “Sì” “Sì, sarebbe bello.”Si guardano. Marta sorride. “Magari invece sarebbe peggio di com’è, se è possibile, meglio non rischiare”.

Tra i capitoli più ricchi di ironia e di profonde riflessioni (mai retoriche o banali) su cosa vuol dire stare insieme segnaliamo Libri e Unghie con confessioni e grandi verità come conferma anche Rametta nella nostra intervista: “Si dicono cose che non si sarebbero mai detti. Fuori c’è qualcosa di spaventoso e invece la cosa che sta succedendo soprattutto a Marta è enorme e lei non riesce a concentrarsi su altro e, per questo, si sente anche un po’ meschina”.

Il romanzo è stato, per i due amici e scrittori l’occasione per “evadere e scrivere in grandissima libertà”, ci racconta Rametta che con Cotroneo ha lavorato alla creazione di diverse sceneggiature per il cinema e la televisione, a partire da Tutti pazzi per amore nel 2007, fino a La compagnia del Cigno. In tempi di lockdown, non potendosi vedere, hanno scritto a distanza, con lunghe chiamate dove sono emersi anche lati nascosti che sono, inevitabilmente, entrati nella narrazione.

Ci si divide come lettori e ci si schiera con Marta o con Lorenzo ma vi confessiamo che Marta è il personaggio che abbiamo trovato emotivamente più affascinante perché dolce, simpatica anche quando è furiosa e allo stesso tempo è seria, crudele e capace di ferire con precisione chirurgica. E spesso, un Lorenzo molto emotivo e sensibile, soccombe.

14 giorni. Una storia d’amore è edito da La nave di Teseo e da poche settimane è un film, prodotto da Indigo Film, con la fotografia di Luca Bigazzi e la regia di Ivan Cotroneo che sta lavorando alla fase finale del montaggio con Ilaria Fraioli. Marta e Lorenzo sono rispettivamente gli attori Thomas Trabacchi e Carlotta Natoli, coppia anche nella vita, per rafforzare e rendere credibile una relazione di due persone adulte che stanno insieme da 15 anni e che hanno sviluppato una determinata dinamica di coppia che è il perno della narrazione letteraria e che sarà fondamentale vedere anche per immagini nell’opera filmica.

La scrittrice e sceneggiatrice, durante la nostra intervista ci ha regalato dettagli molto interessanti sulle scelte compiute sul set per capire linguaggi così diversi come quello letterario e quello visivo. Primo esempio è la casa (la scenografia) che doveva entrare in relazione con i personaggi e con tutti gli spettatori (non a caso è stato scelto un appartamento privo di specifiche connotazioni romane), essendo la terza protagonista della storia. Uno spazio che, precisa Rametta: “entra nelle loro conversazioni”. Per Cotroneo è stato importante prendersi la libertà di girare in ordine cronologico e ogni giorno concentrare tutto il lavoro sul set su un solo evento (capitolo) della vita di Marta e di Lorenzo che non sono chiusi in casa durante il primo lockdown (come nel romanzo) ma il secondo: “per far venire fuori ancora di più il loro rapporto e lasciare fuori quello che viviamo tutti i giorni”.

giovanna barreca