#Venezia80 – L’attesa della separazione per Santambrogio

Gli oceani sono i veri continenti è il film di apertura delle Giornate degli autori, all'80esima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e sarà nelle sale dal 31 agosto. La nostra intervista al regista Tommaso Santambrogio.
Intervista a Tommaso Santambrogio a cura di Giovanna Barreca

Tre storie che sanno raccontare, con un’intensità rara, l’attesa della separazione voluta e, in alcuni casi subita, da tre coppie di protagonisti, diversi per età e aspettative sul futuro.

Alex ed Edith, l’anziana Milagros in un dialogo epistolare con il marito, i piccoli Frank e Alain, protagonisti de Gli oceani sono i veri continenti di Tommaso Santambrogio – film di apertura della Giornate degli autori alla 80esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia – vivono nella Cuba di oggi dove è sempre più difficile credere nel sogno rivoluzionario e dove gli abitanti scelgono di migrare (solo l’anno scorso sono stati 8% della popolazione) verso gli Stati Uniti.

A Cuba Tommaso Santambrogio esplora e cerca i suoi personaggi, modellando su di loro il suo film che trova in un forte impatto visivo e studiate scelte registiche, tutta la sua potenza cinematografica.

Con una cadenza densa e ritmata entriamo nella vita di Alex, inguaribile nostalgico che sceglie di restare a San Antonio de los Baños e continuare i suoi laboratori teatrali con giovani e bambini, mentre il suo amore Edith vuole portare la sua arte in Italia. Milagros ormai anziana, nella sua casa invasa dal suono quasi costante della radio nazionale, riprende in mano le lettere che il marito le inviava dall’Africa, quando andò a combattere con il movimento popolare di liberazione dell’Angola, accanto a Fidel Castro. Alain e Frank giocano a baseball, si incoraggiano durante gli allenamenti perché vogliono iniziare una carriera agonistica insieme per condividere il sogno, un giorno, di giocare per un importante club statunitense, mentre i genitori programmano la fuga.

Un film al quale il regista, come afferma ai nostri microfoni, ha lavorato: “in maniera quasi maieutica, andando a rubare, a catturare dalla realtà i vari elementi, le storie dei personaggi per poi rimetterle in scena” e dove il suono è studiato in ogni scena perché fosse in grado di avere un movimento quasi ondivago che richiamasse il mare, presenza costante nel film anche se non lo si vede.

Durante l’intervista abbiamo indagato con l’autore l’importanza del bianco e nero, necessario per creare una connessione con l’energia dell’isola, l’influenza della componente documentaristica e come la scena finale, girata magistralmente e capace di commuovere fino alle lacrime lo spettatore, fosse voluta perché capace di sublimare, in una certa maniera, le storie dei protagonisti del film.

Gli oceani sono i veri continenti, dopo la presentazione veneziana, uscirà nelle sale il 31 agosto e, in molte città, sarà accompagnato dall’autore che incontrerà il pubblico.

giovanna barreca