Amici di letto

30/09/11 - Justin Timberlake e Mila Kunis in una commedia sentimentale che nonostante la verve si arena su una formula ormai stagnante.

Quello che conta, in una commedia sentimentale come in un viaggio, non è la meta quanto il percorso: i protagonisti vivranno felici e contenti, certo, ma allo spettatore interessa di più come si arriva all’inevitabile happy ending. Proprio su questo assunto, si basa Amici di letto (Friends with Benefits), diretto da Will Gluck – regista di Easy Girl con Mila Kunis e Justin Timberlake interpreti di un film che però non capisce che anche riproporre sempre lo stesso viaggio non aiuta a coinvolgere lo spettatore. Dylan e Jamie si conoscono per ragioni di lavoro, entrambi sono single da poco, lasciati con la richiesta di restare amici: decidono così di diventare amici, ma per scopi sessuali, senza alcuna complicazione sentimentale. Proposta che si rivelerà vana, ovviamente. Commedia sentimentale che si ciba di commedie sentimentali, e finge di ironizzarci sopra, scritta dal regista con Keith Merryman e David A.Newman su un canovaccio che ormai sembra una ripetizione ostentata, qui senza nessuna variazione significativa.

Tolto l’evidente intento pubblicitario verso una popolare rivista maschile – che però accetta di farsi prendere in giro – il film si limita a riflettere sulla visione contemporanea dell’amore, partendo dal lato fisico ed erotico e passando per gli strati sentimentali che portano al principe azzurro e ai film d’amore: la parte migliore infatti è la prima, quella degli approcci sessuali (divertentissimo il primo rapporto tra i due), in cui il lato di realismo umoristico ricorda una divertente sitcomedy britannica come Him & Her. Ma qui, anziché mezz’ora, la sceneggiatura sfiora le due ore, e già dopo una non tiene più il ritmo finendo per tirare in ballo persino elementi patetici come il padre malato di Alzheimer. E Gluck, nonostante risolva bene il finale, non riesce a creare un’alchimia soddisfacente tra i pur bravi protagonisti, l’ormai lanciato Timberlake e la sempre più bella Kunis, e lo spettatore. Finendo per fare l’effetto di una vecchia barzelletta raccontata molte volte: per quanto bravo può essere il narratore – qui non troppo – suscitare sopresa e risata è impresa vana.

EMANUELE RAUCO

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