Arrivano i nostri

02/07/09 - “Il prossimo tuo” è il terzo lungometraggio della regista italo-finlandese Anne Riitta Ciccone...

(Rubrica a cura di Alessandro Aniballi)

02/07/09 – “Il prossimo tuo” è il terzo lungometraggio della regista italo-finlandese Anne Riitta Ciccone, il primo dal respiro più apertamente “europeo”. Co-prodotto e ambientato tra Italia, Finlandia e Francia, il film della Ciccone emula in modo neppure troppo nascosto gli ambiziosi affreschi alla Inarritu, come “Babel” ad esempio. Del cinema del regista messicano, che pure non amiamo per quei suoi eccessi didascalisci e che la Ciccone ripercorre qui in modo decisamente pedissequo, va comunque apprezzata la “genuinitࠔ e cioè quel composto di immediatezza e nà¤ivetè che spesso permette allo spettatore di soffrire insieme ai personaggi. Ne “Il prossimo tuo”, invece, c`è una esibizione del controllo della macchina-cinema decisamente eccessiva; e dunque, se non possiamo che congratularci con la regista per la sua maestria nella messa in scena, nondimeno va notato che questo ossessivo auto-controllo inibisce la partecipazione alle vicende raccontate, rendendole fredde e distanti. Neppure il calore estivo di Ostia, in cui è ambientato l`episodio italiano, si salva poichè qui i personaggi, pur dotati di una maggiore vitalità , cadono a tratti nel macchiettismo, facendo intuire che probabilmente anche in questo caso la regista non è riuscita a identificarsi in loro.

arrivano-i-nostri-interno.jpgMa il problema è più ampio e per una volta, proprio per le questioni che vengono affrontate ne “Il prossimo tuo” (il film cronologicamente è situato a ridosso dell`attentato a Madrid del 2003), forse è il caso di allargare l`orizzonte dall`Italia all`Europa intera. Qua e là  resistono indubbiamente dei grandi autori e ogni tanto, nel cinema mainstream, vien fuori qualcosa d`interessante (si veda il recente “Uomini che odiano le donne”), ma quel che manca – ci pare – è l`urgenza del racconto, che invece resiste altrove (in America, sia al nord che al sud, e nell`Estremo Oriente, ad esempio). Se il film della Ciccone ragiona sulla chiusura del nostro continente rispetto all`esterno, è pur vero che l`Europa resta tutt`oggi un mistero geopolitico che non può che influenzare negativamente e indirettamente il modo di sentire e di vedere le cose, anche in chi fa cinema. Nel dopoguerra vi era un sentire possente, capace di accomunare intellettuali e cineasti; c`era una grande narrazione che era quella della “rinascita”, fondatasi cinematograficamente sul neorealismo. Oggi tutto questo si è andato man mano perdendo e rimangono pochi grandi autori capaci di guardare all`Europa e al suo destino (de Oliveira e Godard su tutti). Basti dire solamente che la guerra nell`ex-Jugoslavia, che forse ha significato il definitivo tracollo dell`ideale europeo, non è ancora stata “raccontata” davvero sia nelle pubbliche riflessioni di intellettuali e uomini politici, sia proprio dal cinema (con l`esclusione, sempre, di Godard).

“Il prossimo tuo” si pone in tale contesto degradato, provando a trovare un filo, un conflitto su cui muoversi. Ma fallisce l`obiettivo perchè prende a modello una tecnica narrativa come quella di Inarritu che è già  ampiamente usurata e non riesce dunque a cogliere il disagio del sentirsi europei oggi, lo smarrimento, la sensazione e il timore, forse, di non avere più nulla da dire…o quantomeno di non avere più gli strumenti giusti per dirlo.