Belli e indipendenti

01/07/11 - Jonathan Rhys Meyers, attore irlandese che ha spesso messo il suo talento al servizio di produzioni indie, ha tentato ieri sera il suicidio.

Belli e indipendenti – Indagine sull’odierno cinema indipendente a cura di Giovanna Barreca

Cambiamo in corsa l’argomento della rubrica di questa settimana perché un’ansa alle 19.17 di ieri sera, ha comunicato il tentato suicidio dell’attore (classe 1977) Jonathan Rhys Meyers, irlandese, classe 1977 che nell’articolo viene ricordato per il suo ruolo in Match Point di Woddy Allen. Ma quando giovanissimo debuttò nel Regno unito accanto a lui c’erano attori come Ewan Mc Gregor e registi come Danny Boyle. Ma sarà Todd Haynes a regalargli il ‘ruolo della svolta’, la parte di co- protagonista in Velvet Goldmine, film diventato un grande cult. Un esempio di cinema indipendente di altissimo livello. L’attore nel ruolo di Brian Slade (Ewan McGregor è Curt Wild) è una mitica rock star che inspiegabilmente lascia le scene all’apice del suo successo. Un giornalista vuole scrivere un articolo sulla sua vita e quindi ne ripercorre l’esperienza artistica, indagandone la fine. Un film che ci offrì non solo ottime interpretazioni ma ci rivelò un regista, Todd Haynes, davvero sorprendente per intelligenta e rara lucidità. Scavò in un periodo storico importante (come farà anche in Lontano dal paradiso, corpus di stilemi e tentativo di usare un genere, quello del melodramma “di omaggiarlo e attualizzarlo restituendo, con coscienza postmoderna, tutta la portata di un cinema nuovo e libero” come scrisse la rivista “Cineforum”. Altri definirono il film controverso e imperfetto. A noi rivelò un autore indipendente che come ricorda Meyers in un’intervista rilasciata all’uscita del film: “Ci coinvolse nella riscrittura della sceneggiatura, lavorò con noi sul set lasciandoci grandissima libertà di esprimere aspetti del personaggio non scritti”. Questa condizione di interazione e creazione continua è stata poi alla base delle scelte successive di Jonathan Rhys Meyers – anche per questo ospitato nella rubrica – che non ha disdegnato grandi produzioni hollywoodiane come Mission impossibile ma in ogni progetto ha sempre ricercato un’ottima scrittura di fondo e la possibilità di far crescere i suoi personaggi sui set.

Altro importante film indipendente e sperimentale che lo vide coinvolto come attore, anche se in un piccolo ma significativo cameo, fu A film with me in it di Ian Fitzgibborn. L’autore indipendente irlandese gli propose la parte si se stesso in un storia dove protagonista era Mark Doherty nel ruolo di un clarinettista, attore di scarso successo che cerca di scrivere una buona sceneggiatura. Un film nel film e anche qui Meyers investì in un giovane autore (scommessa vinta, ripensando allla qualità del film e ai tanti riconoscimenti ricevuti in festival internazionali come Toronto, Edimburgo, Istanbul) mettendo, anche in questo caso, una storia avvincente e convincente alla base della propria decisione.