Berlino: My Best Enemy

17/02/11 - Il film più interessante di questa settima giornata berlinese è stato di sicuro "My Best enemy"...

(Dalla nostra inviata Lia Colucci)

17/02/11 – Il film più interessante di questa settima giornata berlinese è stato sicuramente My Best Enemy (fuori concorso) diretto dal regista Wolfgang Murnberger. Si tratta di una tragi-commedia, e altro non potrebbe essere visto il periodo storico di cui tratta, ossia l’ascesa del Nazismo in Germania e in Austria. La storia inizia proprio come una fiaba: l’amicizia tra l’ebreo ricco Victor Kaufman (Moritz Blibtreu), rampollo di una famiglia facoltosa proprietaria di una libreria al centro di Vienna, e il ragazzo povero Rudy Smekal (Georg Friedrich), figlio della governante ma parte di casa a tutti gli effetti. Come anche la fidanzata di Victor , Lena (Ursula Strauss) di cui è segretamente invaghito anche Rudy. I Kaufman possiedono tra l’altro un immenso segreto, un disegno di Michelangelo che Victor fiducioso del senso di fedeltà dell’amico mostra a Rudy. Ma le cose per gli ebrei vanno ogni giorno peggio; per di più Rudy si allea con i Nazisti dopo l’annessione dell’Austria alla Germania e cerca di usare il famoso disegno come materiale di scambio per la libertà delhttps://www.radiocinema.it/wp-admin/post-new.phpla famiglia, ma senza riuscire a trovarlo. Nonostante i suoi tentativi di salvataggio, i Kaufman che vengono quindi condotti nei campi di concentramento e lasciano ogni proprietà a Lena.

Col passare degli anni Rudy, ormai molto cambiato, convince Lena a dividere le proprietà con lui e a divenirne la fidanzata. Ma il fantasma del ritratto di Michelangelo continua a ossessionare i nazisti, soprattutto adesso che il Duce deve venire a Berlino per consolidare l’alleanza tra i due Paesi. Un disegno viene sì fuori ma risulta essere una copia, una buona copia ma pur sempre una copia. Così Rudy viene mandato in Polonia in un campo alla ricerca di Victor, perché si sospetta che il famoso disegno sia in una Banca Svizzera. Victor accetta in cambio della libertà della madre, ma in un incidente stradale avviene un fatale scambio di identità che i due si porteranno avanti per tutta la vita, complice una foto: Rudy diventerà Victor e Victor Rudy. Successivamente Rudy saprà sfruttare a suo favore l’equivoco facendosi intestare le proprietà dei Kaufman, ovviante sotto un orrido ricatto. Ma il destino non ha ancora compiuto il suo corso e il falso Rudy, la madre e Lena, ritornata la sua fidanzata, avranno modo di riscattarsi. E il finto Victor avrà il piacere di mostrare a tutto il bel mondo dell’arte l’ennesima copia del ritratto di Michelangelo.

Un film bello, ironico e a volte anche commovente, che rivela soprattutto i cambiamenti che possono essere mossi dalla Storia. Una vicenda che batteva un terreno molto sfruttato e che correva il rischio della banalità, invece è un prodotto riuscitissimo pieno di umanità, di violenza e di invidia indotta, di corruzione che sembra quasi estranea ai personaggi. Personaggi vittime di qualcosa di più grande di loro, capaci di mostrare il loro peggio e il loro meglio quasi inconsapevolmente. Il regista punta proprio su questo: sul senso dell’estraneità di fronte ai Grandi Eventi. Eventi che possono trasformarci in bestie o in esseri umani migliori.