Café de Flore

04/09/11 - Alle Giornate, Jean-Marc Vallée racconta diverse epoche e mostra diverse città in cui si uniscono gli animi di giovani coppie di coniugi e di madri e figli.

Dalla nostra inviata GIOVANNA BARRECA

Selezionato alle Giornate degli Autori per Venezia 68, Café de Flore di Jean-Marc Vallée presenta due storie parallele delle quali capiamo il legame solo nel finale: una giovane donna con figlio down nel 1969 a Parigi e Antoine, dj di successo nella Montreal di oggi che, dopo aver vissuto un’intensa storia d’amore con la fidanzata storica e aver messo al mondo due bambine, divorzia e si risposa. Sul legame profondo tra i vari abitanti del creato che cercano l’amore senza tempo, la gioventù e purtroppo anche, masochisticamente, il tragico è incentrata tutta la narrazione. Ed è con una certa impressione di spiazzamento che lo spettatore apprende – così come gli stessi personaggi – che l’amore vero e puro può non durare tutta la vita e che l’amore di una donna per il figlio può essere sbagliato se pretende l’esclusività. Al dì là delle intense differenze cromatiche che distinguono le due epoche, grazie alla perizia fotografica di Pierre Cottereau, il mondo del passato e quello del presente sono costantemente collegati tanto che, grazie a un abile montaggio, si ha quasi l’impressione di essere davanti a due porte che si chiudono e si aprono continuamente, mostrando ora l’una ora l’atra storia.

Come nel precedente film di Vallée, C.R.A.Z.Y., in Café de Flore si trova una forte aderenza tra colonna sonora e narrazione: musica diegetica ed extradiegetica che il regista usa per rappresentare le trasformazioni nell’animo di tutti i personaggi, tratteggiati con semplicità e con dialoghi credibili e soprattutto essenziali; in tal modo emerge il non detto che arriva allo spettatore da significativi sguardi e gesti degli interpreti (basti ricordare il ballo scatenato di Antoine nelle camere d’albergo prima dei suoi concerti, il saluto-gioco di Jacqueline al figlio lasciato a scuola). Al di là della buona prova registica, è positivo anche il contributo del giovane cast e forse allora l’unica debolezza di Café de Flore la si può trovare in una eccessiva semplificazione della storia ambientata nel presente. Il matrimonio, la richiesta di perdono della prima moglie ad Antoine, la rabbia placata della giovane figlia adolescente: tutto sembra procedere attraverso un’elaborazione troppo elementare.