#CaFoscarishort: in concorso Bungee al mas alla

El Huitzo, sceneggiatore, regista e montatore messicano presenta al Ca Foscari short film festival, in concorso internazionale Bungee al mas. Un cortometraggio che ha stemperato nell'ironia l'elaborazione di un lutto.
Intervista a El Huitzo a cura di Giovanna Barreca

El Huitzo è il nome d’arte del giovane autore messicano, classe 1996 che – dopo essersi laureato in regia in Messico – ha iniziato a girare diversi cortometraggi, dedicandosi anche alla scrittura e al montaggio per avere un totale controllo del processo artistico. Questo desiderio di totale indipendenza lo ha portato ad  iniziare una proficua collaborazione con l’Asociación Mexicana de Cineastas Independientes (AMCI). Bungee al mas alla è il primo cortometraggio dell’autore che AMCI produce, come spiega durante la nostra intervista, in esclusiva dall’undicesima edizione del Ca’ Foscari short film festival dov’è il film stato selezionato per il concorso internazionale.

Come si trattasse di un falso documentario, con una macchina a mano molto instabile, l’autore racconta la storia dalla soggettiva di un giovane che segue tre amici pronti ad una folle impresa: esaudire il desiderio del loro amico – morto prematuramente – di fare un salto con la corda elastica da un altissimo palazzo di Acapulco. Bungee al mas alla inizia con una scena da spy story con i tre che caricano il corpo nel bagagliaio dell’auto e corrono via spediti.

Come racconta ai nostri microfoni El, la scelta della macchina a mano era funzionale all’idea di catturare al meglio le cose naturali e spontanee che succedono sul set, anche perché molto è stato lasciato alla pura improvvisazione che ha regalato – soprattutto per la scena finale del film – splendide sorprese. Un tocco di poesia e di malinconia conclude il film che invece aveva scelto di stemperare nell’ironia l’elaborazione del lutto dei tre compagni che compiono il viaggio anche e soprattutto per trovare un modo per dire addio all’amico con il quale erano cresciuti.

L’autore non si perde in inutili scene di raccordo ma, con un ottimo potere di sintesi, racchiude la storia e la sua evoluzione in pochi minuti, scegliendo anche un montaggio che assecondasse la spontaneità delle riprese, fatte anche di chiusure in nero repentine.

Ringraziamo le studentesse dell’università Ca’ Foscari Clara Pinton per la traduzione e Ottavia Dorrucci per l’attività di coordinamento/ufficio stampa.

giovanna barreca