#CaFoscarishort: in concorso En rang par deux

Premio “Pateh Sabally" al cortometraggio En rang par deux di Elisabetta Bosco, Margherita Giusti, Viola Mancini, realizzato presso il Centro sperimentale di cinematografica - dipartimento Animazione di Torino. La nostra intervista, in esclusiva, ad Elisabetta Bosco.
Intervista ad Elisabetta Bosco a cura di Giovanna Barreca

Un incontro. En rang par deux di Elisabetta Bosco, Margherita Giusti, Viola Mancini, in concorso al Ca’ Foscari short film festival è nato così.

Margherita Giusti, studentessa del Centro sperimentale di cinematografia Piemonte – Dipartimento animazione ha incontrato due giovani migranti Aliou e Aflif e si è fatta raccontare la loro storia. Una volta a scuola, quando è stato chiesto a tutti gli studenti il soggetto per il loro cortometraggio di diploma, con Elisabetta Bosco e Viola Mancini ha sceneggiato il soggetto e poi deciso di unire sapientemente diverse tecniche di animazione per mettere in scena i primi giorni in Italia di Aliou, ragazzo senegalese giunto a Roma ormai da molti anni e di Alif, arrivato dalla Tunisia per studiare ma all’inizio molto solo perché “io parlavo solo inglese e gli italiani non sono molto bravi con questa lingua”. Cosa li unisce e cosa li aiuta a interagire e integrarsi nella loro nuova patria? La musica. Così è nato un corto sulla loro musica e sulla loro amicizia.

“Da quando abbiamo sentito la loro musica ci ha colpito che fosse il loro mezzo per comunicare con il mondo esterno” precisa Elisabetta durante la nostra intervista. 

Una piazza e diversi strumenti musicali possono diventare il luogo dove creare una nuova famiglia, dove lasciare da parte le distanze linguistiche e dare spazio alle vibrazioni dei corpi e delle sensazioni più intime. E soprattutto non sembrare altro che ragazzi agli occhi di una comunità spesso spaventata dal “diverso”.

Con Elisabetta Bosco abbiamo discusso soprattutto delle scelte cromatiche e del tratto usato per l’animazione in 2D del film dove le tre studentesse hanno unito i loro tre stili, sugli elementi astratti e su come si lavora in una piccola scuola, dove si è seguiti con tanta attenzione come accade nel dipartimento torinese di animazione.

Durante la serata finale di premiazione, il film si è aggiudicato il Premio “Pateh Sabally”, offerto dalla Municipalità di Venezia, Murano e Burano e dedicato alla memoria del ragazzo del Gambia tragicamente scomparso nelle acque del Canal Grande nel gennaio del 2017. “Il film mescola i racconti di due ragazzi africani arrivati a Roma e uniti assieme dalla musica, che aiuta a superare le differenze e le diffidenze. Mescolare la linea del disegno animato con le riprese dal vero aiuta a comprendere la dimensione dello stare insieme e a capire il valore dell’accoglienza e dell’integrazione” recita la motivazione.

giovanna barreca