Corti al GLBT

30/04/09 - Nell`ennesima giornata uggiosa il concorso lungometraggi della 24esima edizione di “Da...

Amore e adolescenza nei corti del Festival di Torino “Da Sodoma a Hollywood” , tra cui spicca la poesia della cineasta olandese Margine Rogaar

(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca)

30/04/09 – Nell`ennesima giornata uggiosa il concorso lungometraggi della 24esima edizione di “Da Sodoma a Hollywood” propone due pellicole sulla realtà  carceraria: “Leonera” dell`argentino Pablo Trapero – che torna alla regia dopo i successi di “Mondo Grua” e “El bonaerense” – e “Selda” dei filippini Ellen Ramos e Paolo Villaluna (avevano già  lavorato insieme per “Illusyon”). Entrambe le pellicole puntano l`attenzione sui rapporti all`interno del microcosmo del carcere, ma in “Selda” si mettono a confronto con quelli nella vita fuori, la cruda realtà  e il senso di colpa che attanaglia due amanti, mentre in “Leonera” la necessità  di rinascere all`interno del carcere per una ragazza incinta che partorisce e alleva suo figlio in quello squallore (almeno per un po`) è lo spunto per raccontare la solidarietà  ma anche la violenza e la crudezza nel rapporto tra detenute. Nessuna delle pellicole risulta però davvero incisiva: tanti i limiti, soprattutto narrativi. Belle sorprese invece arrivano dalla sezione cortometraggi che quest`anno è legata al tema conduttore dell`amore. Amore adolescenziale è il soggetto del durissimo “Mr A.” dell`americano Joe Murphy, dove Kenny, un ragazzo di origine asiatica si innamora del suo insegnante di matematica quando ne vede il profilo in rete. Come ogni adolescente che si sente rifiutato reagisce con durezza disarmante.

Sempre adolescenza, con tocchi di pura poesia, nel lavoro dell`olandese Margine Rogaar, “Zucht” dove i sentimenti di Erik e Sofie e del padre di quest`ultima vivono strane commistioni. All`inizio del corto c`è una scena ripresa con tre campi medi dove veniamo spinti a percepire la forza dei tre personaggi come quella di tre magneti che si attraggono uno verso l`altro. Riesce a trasmetterci l`esistenza di questi legami forti ancor prima di rivelarci la passione di Erik per il padre dell`amica. Incontrata la regista dopo la proiezione ci racconta la genesi di questo lavoro selezionato per Cannes 2008. Prima è venuta la sorpresa per la richiesta da parte di un produttore di film per bambini di raccontare una storia fuori dalle convenzioni di genere e poi il piacere di lavorare con uno sceneggiatore di origine cinese, Tjyying Liu, che le ha reso facilissimo il lavoro perchè aveva già  raccontato per immagini praticamente tutte le scene scritte. Anche se, poi, con il suo operatore di macchina si è rifugiata per un intero fine settimana sulla spiaggia scelta per girare, studiando ogni singola inquadratura con grandissima attenzione, perchè “ogni fotogramma ha una lunga storia dietro“ – ci confessa. E prosegue: “Mi è piaciuta molto questa storia perchè parla dell`amore senza dar alcun tipo di giudizio”. Senza rivelare nulla del finale riconosciamo nella scelta di un montaggio serrato la volontà  di raccontare una passione impetuosa, indefinibile e inconfessabile. Inoltre la possibilità  di girare in 35 mm ha avvantaggiato, come ammette la stessa autrice, la qualità  pittorica che voleva dare soprattutto alla parte sulla spiaggia-boa, per regalarle maggiore lievità .