Divinazioni: un continuo divenire

Al cinema Divinazioni di Leandro Picarella, il secondo capitolo della sua trilogia sul magico e il sacro, "dell'essere per diventare materia". La nostra intervista, in esclusiva, al regista siciliano.
Intervista a Leandro Picarella a cura di Giovanna Barreca

Triokola di Leandro Picarella è il lungometraggio d’esordio (2015) del regista siciliano, suo film di diploma presso il Centro sperimentale di cinematografia di Palermo – dopo il cortometraggio Scolpire il Tempo e il doc Dio delle Zecche: Storia di Danilo Dolci in Sicilia.

Al tema del mistico, del mistero dell’impalpabile – dopo averlo indagato a Caltabellotta, la cittadella arroccata sulle rovine dell’antica città greca di Triokala – il regista e sceneggiatore resta legato e nel nuovo lungometraggio Divinazioni continua la sua ricerca, lavorando sul confine tra realtà e finzione, partendo sempre dalla cultura contadina siciliana per indagare come il mistico abbia vissuto delle evoluzioni e, in molti casi, delle degenerazioni nel passaggio dalla campagna alla città.

Esempio ne è Achille (Achille Sidoti), il cartomante Atanus che, dopo un periodo di detenzione, torna al suo lavoro, alla magia rossa (quella che riguarda la sfera amorosa) con un suo programma tv e con consulenze private a domicilio, anche se le cose negli anni sono cambiate, come si renderà conto, suo malgrado. Achille è la dimostrazione di come questa spiritualità sia mutata in peggio, nei maghi che continuano ad esistere perché le persone credono nelle loro parole (o meglio hanno bisogno di crederci). Picarella non si mette in una posizione giudicante ma si limita a osservare e scrivere la storia dell’uomo che, come si vede nel film, è molto solitario e instaurare un rapporto di fiducia reciproca non è stato semplice. Durante la nostra intervista, il regista lo definisce “un reduce”.

Moka (Moka Arbache), invece è un giovane artigiano che vive in una dimensione di contatto con la natura; una vita solitaria anche se organizza spesso dei rave nei boschi. La presenza di Moka, oltre a confermare una riflessione su come la deriva mistica potesse in qualche modo incrociarsi con la natura, con una spiritualità contemporanea, spinge l’analisi sul concetto di materia, la materia dei metalli che il giovane fonde: “un magma in continuo divenire”, come quella del vulcano.

Il filosofo Empedocle o meglio le sue parole – lette e interpretate da Mimmo Cuticchio -,sono presenti durante tutta la narrazione, portando il sapere del passato nel presente, stimolando diverse riflessioni sulla vita. Da sfondo a tali suggestioni le immagini in Super 8 della Cineteca Sarda, quasi tutte virate in rosso.

L’analisi sociologia e antropologica di Picarella va oltre e cerca il magma della materia, trova la capacità di unire passato e presente, realtà e finzione svelando l’affascinazione che avevamo e continuiamo ad avere per l’impalpabile. Se in Triokala tutto avveniva in una città ancora ricca di mistero e di storia, in Divinazioni avviene nella città della sale gioco dove trovare la fortuna, nei tavoli dove Achille legge le carte o nel bosco di Moka che, nel suo piccolo paese, costruisce campane.

Il film, presentato al Festival dei Popoli dell’anno scorso in streaming (a causa della pandemia), ha avuto la sua prima in sala al Festival Cinema Mediterranée di Montpellier e, partendo dalla Sicilia, ha iniziato un tour che il 3 novembre vedrà il regista presentare il film al cinema Beltrade di Milano e il 4 a Brescia, al cinema Eden alla presenza anche di Franco Piavoli. Poi Roma al cinema Aquila il 5 novembre, Firenze, Perugia, Aosta e tante altre città, in un calendario in continuo aggiornamento.

giovanna barreca