E voi sul 3D?

11/10/10 - A Ring!, Festival della critica cinematografica si è discusso di 3D. Che futuro ha? E voi...

(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca)

Ascolta le interviste a:

11/10/10 – Il 3D di oggi e quello di ieri, utilizzato già agli albori del cinema: il sogno delle stereoscopia. Un 3D quello delle nascenti nuove sale volute in realtà solo per un progetto più ampio e lungimirante che vuol abbattere i costi di distribuzione passando alla totale digitalizzazione delle sale. E ancora il 3D nativo, pensato, prodotto e realizzato come tale e non ‘inserito’ in fase di post-produzione. La mancanza di un’esigenza espressiva: solo problema commerciale?

Paolo Mereghetti e Michele Fadda che non credono in un 3D rappresentativo del futuro del cinema si sono espressi così alla nona edizione di Ring, festival della critica cinematografica (Alessandria 1-3 ottobre). A fronteggiarli nel match Bruno Fornara e Fabrizio Tassi che hanno cercato di argomentare sul connubio tecnologia-ideologia, su come gli strumenti condizionino la ripresa, come la tecnica faccia parte del cinema, di una sua ritualità. E come nel 3D ci sia l’estetica dell’immersione che crea quasi uno spazio tattile straordinario.

Mereghetti ricorda come forse solo “Avatar” e “Caroline” possano essere considerati esempi riusciti, ricordando il fallimento di “The hole” di Joe Dante o come “Shrek” in fondo sia piaciuto anche in 2D, “anzi il pubblico giovane inizia a stufarsi e il film ha incassato di più nella versione bidimensionale”. Fornara immagina un film di Straub o “Quarto potere” di Welles, dove fosse stato possibile l’uso della profondità di campo. Innovazione o effetto luna park? Il 3D può aiutare a raccontare anche lo spazio? “Tim Burton proprio sullo spazio con “Alice in Wonderland” è l’esempio di un’occasione mancata”. Da inviati vi abbiamo riportato alcune delle considerazioni emerse, nelle interviste sentirete in maniera sommaria, altre dichiarazioni dei critici cinematografici presenti ad Alessandria.

Crediamo però che sul tema ci sia davvero moltissimo da dire. Lo sfondamento dell’immagine può davvero rinnovare il cinema? Quali risvolti estetici e quali conseguenze sul pubblico può avere l’uso del 3D? Irrealtà o iperrealismo?

Aspettiamo vostre analisi.