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01/09/08 - Vendere: l`ossessione che assilla ogni comparto della società moderna rappresenta, da sempre...

Speciale Venezia 65

(dalla nostra inviata Laura Croce)

$e11.Ou7! – PRENDI L`ARTE, E…

01/09/08 - Vendere: l`ossessione che assilla ogni comparto della società moderna rappresenta, da sempre, anche una delle principali spine nel fianco degli artisti. Nell`epoca della massificazione dei prodotti mediali questo conflitto sembra però aver raggiunto vette altissime, soprattutto nel cinema. I film assorbono sempre di più il linguaggio e le esigenze non solo della tv in generale, ma di quei format pensati specificatamente per passare di paese in paese e di continente in continente, omologando gusti e abituidini del pubblico  mondiale. Anche nell`industria dei sogni di celluloide sopravvivere alle leggi del mercato internazionale sembra spingere verso un calo abissale di creatività , sia nei prodotti commerciali che in quelli pretenziosamente artistici, dove dal becero entretainment si passa senza vie di mezzo alla noia mortale. Proprio contro questo vortice insidioso si scaglia “$e11.Ou7!” (“Sell out!”) uno dei film più ironici e sfacciati della 65esima Mostra del Cinema di Venezia. Presentata nell`ambito della Settimana degli autori, la pellicola di Yeo Joon Han si prende una sonora rivincita sulla tv, fagocitandone le caratterisitche deteriori per mixarle con un linguaggio cinematografico che guadagna la sua “artisticità ” non attraverso ricercate marche autoriali, ma nella capacità di giocare con le aspettative dello spettatore. Basti pensare che la protagonista, Rafflesia Pong, è una critica ed agguerita anchorwoman di una sconosciuta trasmissione malese sull`arte, costretta a reciclarsi come conduttrice di un reality show sulla morte in diretta. Andando a caccia di vecchi decrepiti ed aspiranti suicidi (rigorosamente “per amore dell`arte”), il suo personaggio incontra  Eric Tan, giovane product designer, sdoppiato in due per effetto di un esorcismo a cui è stato obbligato dai suoi manager nel tentativo di espellere il sognatore che è in lui.

Già da questo abbozzo di intreccio, è evidente come l`utilizzo dei format televisivi in chiave macababro-grottesca persegua un gustosissimo effetto di straniamento, con un risvolto comico capace di catturare anche un pubblico molto lontano da quello malese, ma comunque alfabetizzato alle convenzioni dei reality show e di molti altri programmi del piccolo schermo. Per non lasciare fuori nessuno dei lati più trash della cultura contemporanea, a questo cocktail esplosivo di parodia e reciclo creativo degli stilemi televisivi, Yeo Joon Han aggiunge vari altri elementi, tra cui un po` di musical, che finisce immediaamente per sfociare nella canzone pop, nel videoclip e perfino nel karaoke, con le parole da cantare che appaiono a schermo intero sovrastando le immagini di sfondo. Un ennesimo, strabordante, simbolo dell’attuale stato di profonda contamninazione dei linguaggi e sulla possibilità di considerarlo come una risorsa creativa, e non alla stregua di un semplice elemento spurio da snobbare in nome di un`ipotetica, eccelsa e immacolata concezione di arte. I film d`autore possono non annoiare fino allo stremo e possono addirittura vendere, basta che non si prendano troppo sul serio e che non rinuncino a mettersi in discussione, un po` come dimostrano i primi successi riscossi nel corso della kermesse veneziana dai vari esempi di cinema autoriflessivo.