Edward per Nexo

31/01/11 - "Edward mani di forbice" di Tim Burton, come annunciato la settimana scorsa è il terzo titolo che il Museo del...

(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca)

31/01/11- Edward mani di forbice di Tim Burton, come annunciato la settimana scorsa è il terzo titolo che il Museo del cinema di Torino, proporrà oggi, aderendo al progetto della piattaforma Nexo legend. A partire dalle 16.30 e in replica alle 18.30-20.30-22.30 sarà possibile rivedere uno dei primi capolavori di Tim Burton in proiezione digitale 2 k con audio dolby digital 5.1. L’ottima nitidezza e luminosità regalata da questa tecnologia ad ogni fotogramma, permetterà di dare ancora maggior risalto alle scelte dell’autore americano che – a partire da questo film -verrà osannato dalla critica per il suo non omologarsi ma saper sempre fare delle sue visioni artistiche un mezzo per esplorare la forma della settima arte in maniera diversa.

Protagonista del film è un giovane che ha delle forbici taglienti al posto delle mani perché il suo inventore, morto prematuramente, non aveva potuto completare l’opera e “la metafora delle forbici, come fraudolento elemento di impaccio, si plasma in dono meraviglioso nel momento stesso in cui l’occhio umano smette di osservare il modello sociale in maniera asettica ed impersonale: riscoprendo l’amore verso il diverso, il quale evidentemente ha tantissimo da dimostrare” venne scritto nel 1990 all’uscita del film nelle sale.

Con questa pellicoltà inizierà anche il sodalizio ormai ventennale e riuscitissimo con Jonny Depp: da La fabbrica di cioccolato all’ultimo Alice in Wonderland. Da Edward si iniziò a parlare di un Depp alter-ego del regista, non solo per l’aspetto fisico e caratteriale donato al personaggio. Vanno sottolineate anche le musiche del film affidate ad un altro fedelissimo, Danny Elfman che da subito capì il mixer di generi: favola, horror, fantasy che Burton voleva attribuire alla vicenda. Il creatore di Edward è impersonato dal grande attore horror Vincent Price, cui Tim Burton aveva dedicato il suo cortometraggio Vincent e che in un saggio Steve della Casa definì ‘attore di parola’, in grado –attraverso il genere temporaneamente e per ragioni meramente alimentari – di regalare prima al pubblico e poi ai cinofili, le performance più suggestive e gigionesche, infiorate da memorabili battute dense di sadismo e crudeltà gratuite. Fu un grande protagonista della stagione horror americana fino alla fine degli anni sessanta quando interpretò Il grande inquisitore di Michael Reeves, suggestiva incursione nel territorio dell’intolleranza. In maniera diversa un viaggio compiuto con altri mezzi da Burton con Edward.