El cantante

19/04/11 - Il biopic sulla leggenda della Salsa Hector Lavoe è un drammone ingurgitato dalla coppia Jennifer Lopez - Marc Anthony.

Non è mai rassicurante quando un film esce nei cinema a quasi cinque anni dalla sua produzione come nel caso di El Cantante, drammone biografico dedicato a Hector Lavoe, voce a quanto pare leggendaria della Salsa e della musica latinoamericana contemporanea. Originario di Portorico e divenuto famoso tra gli anni ’70 e ’80 nella New York notturna degli eccessi, della droga e della perdizione, in realtà il povero Lavoe sembra detenere un ruolo quasi secondario nel biopic a lui dedicato. Il film risulta infatti molto più famoso per essere stata la prima esperienza insieme sul grande schermo dei coniugi Lopez, ovvero la popstar J Lo e il marito Marc Anthony, cui si deve lo stesso concepimento e la produzione del film (diretto da Leon Ichaso). E proprio come nelle migliori cronache gossip, anche El Cantante ripropone con fedeltà le dinamiche che hanno reso famosa la paparazzatissima coppia: al centro di tutto Jennifer Lopez, la superdiva sempre sexy e in preda a vampate di orgoglio latino, e in un angolino la sua minuta e quasi spaurita dolce metà, il cui carisma fuori e dentro lo schermo lascia un po’ a desiderare. Un binomio che in teoria avrebbe potuto risultare perfino funzionale alla storia del film – ricostruita a partire da un’intervista rilasciata dalla moglie del cantante nel 2002 – se non si fosse puntualmente tradotto nella celebrazione piatta, monotona e stereotipata della protagonista in versione donna-tipo-sudamericana, cioè prorompente, volgarotta, gelosa, orgogliosa e al tempo stesso sottomessa ai capricci del proprio uomo disgraziato. Il che non stupisce più di tanto, considerando come proprio in quegli anni si stesse assistendo all’improvviso ritorno della pop star alle sue origini latine con una poco memorabile infilata di interpretazioni canore e cinematografiche del tipo Un amore a cinque stelle o Bordertown.

Rispetto a quei titoli e ad altre apparizioni passate di Jennifer Lopez (vedi un altro biopic del ’97, dedicato però alla vita della cantante Selena Quintanilla-Pérez ), il personaggio di Puchi, moglie di Lavoe, risulta di certo meno retorico ed educativo, ma altrettanto incastrato negli stereotipi etnici e soprattutto circondato dal nulla narrativo ed emozionale. Il turbine di droga e auto annientamento in cui dovrebbe cadere il protagonista è mostrato senza alcun slancio di commozione né di fantasia, Marc Anthony non fa che mettersi e togliersi gli occhiali da sole, mentre la sua consorte si dimena in ritmi portoricani e scenate scritte con lo stampino. In quasi due ore di film, del mito di Lavoe o della nascita della Salsa, e di ciò che ha rappresentato per il sound e l’identità latinoamericana, non c’è neppure l’ombra, se non in qualche sparuta didascalia. Forse sarebbe stato meglio se la coppia di superstar fosse rimasta solo sulle riviste patinate, o magari se si fosse limitata a quel video strappalacrime di tanti anni fa in cui i due cantanti interpretavano con grande e patetico trasporto una versione in spagnolo della nostra Non amarmi. Anzi, forse sarebbe preferibile lasciare nel dimenticatoio anche quella.

LAURA CROCE

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