Enzo Biagi: c’era una volta …

29/05/11 - Sarah Nicora porta ad Hai visto mai? il primo di una serie di film di montaggio con interviste a importanti uomini di potere degli ultimi trent'anni.

Dalla nostra inviata Giovanna Barreca

Ascolta l’intervista di RADIOCINEMA alla regista:

  • Sarah Nicora
  • Fondare la Accasfilm per produrre documentari utilizzando materiale d’archivio realizzato da Rete4 prima che venisse acquisita dal gruppo Fininvest di Berlusconi. Portare alla visione interviste inedite che Enzo Biagi realizzò a Michele Sindona, Licio Gelli, Clara Calvi. Tutti uomini che negli anni ’80 detennero un potere economico (e quindi politico) enorme nel nostro paese e che, come purtroppo accade spesso, si macchiarono di crimini efferati pur di non vedere scalfita la loro potenza. In tutto i documentari realizzati saranno nove. Il primo realizzato sull’intervista a Michele Sindona è al Festival di Siena. Sindone fu prima di tutto un banchiere che da Messina iniziò a lavorare e far carriera a Milano tanto da diventare il proprietario di due banche e diversi istituti finanziari negli Usa. Quando il Banco Ambrosiano fallì vennero alla luce tutte le macchinazioni e i crimini commessi come membro della P2 e come stretto collaboratore di gruppi mafiosi.

    L’intervista che il giornalista, scrittore e conduttore televisivo Enzo Biagi realizzò nel carcere americano dove venne rinchiuso l’ex banchiere Sindona inquieta perchè sono diverse le similitudini e le analogie – addirittura lo stesso tono quando Sindona parla delle magistrature di sinistra – con il linguaggio usato da esponenti politici di oggi. E lo sottolinea anche Luca Zingaretti che ha voluto grandi testimonianze di giornalisti in quest’edizione: prima Fabrizio Gatti che con Lampa Lampa ci ha portati nel mondo della migrazione dall’Africa; poi l’incontro affascinante con le acute analisi di Eugenio Scalfari. Attraverso questo documentario, presentato a chiusura della tre giorni di festival, possiamo godere di un’analisi attenta, scrupolosa del giornalista italiano considerato obiettivo e rispettoso delle opinioni ma che fu vittima dell’editto Bulgaro berlusconiano che lo afflisse prima come uomo che come giornalista. L’aspetto narrativo più interessante del film è la sua costruzione lineare, con l’intervista scrupolosamente tagliata per avere un ritmo adeguato ai nostri tempi e in grado di relazionarsi con una grafica scarna ma essenziale necessaria per raccontare quello che ormai è storia ma che in questi anni era attualità scottante.