Falso Specchio

31/03/09 - Un film che esce in sala nel circuito tradizionale, “generalista”, il così detto “circuito...

Falso specchio – Finalmente documentario

(Rubrica a cura di Silvio Grasselli)

falso-specchio-interno.jpg31/03/09 – Un film che esce in sala nel circuito tradizionale, “generalista”, il così detto “circuito delle prime visioni” di solito non dura più di tre, quattro settimane. Se supera il mese di programmazione, anche se in poche sale, può dirsi un successo. Dalle dodici settimane in su si è autorizzati a parlare di long seller. Di film documentari in sala, lo abbiamo detto tante volte, non ne escono mai più di una decina all`anno. Ed è già  un evento degno di nota. Il numero di titoli citati e analizzati, prodotti e mostrati però è assai superiore. Ma allora com`è che si fa a vedere film documentari che non escono in sala e nemmeno arrivano alla distribuzione per l`home video? La prima risposta, ammettendo che ne esista una, è i festival, naturalmente. Senza il sempre più vasto e capillare sistema di festival, grandi e piccoli, tematici e non, generici o specializzati, i film documentari (come pure i cortometraggi, che, è bene ricordarlo, non sono da confondere con i film di non fiction) sarebbero molto meno nominati, visti, conosciuti. Eppure se è possibile che un dibattito, seppure circoscritto, si alimenti, se sempre più spesso blog e riviste sono in grado di citare titoli senza timore di esser disertati per l`essere incomprensibili, è anche grazie a qualcosa d`altro. In prima istanza ai sempre più numerosi e infaticabili soggetti – privati e pubblici, istituzioni, fondazioni, associazioni, singoli e gruppi – che instancabilmente punteggiano il territorio nazionale con una ridda infinita di piccole iniziative, singole proiezioni, cicli, rassegne, retrospettive, omaggi.

Poi la rete. Si diano pur da fare i professionisti del cinema a boicottare, rimproverare e minacciare gli scaricatori del web, i detentori dei polverosi e inerti saperi accademici a riprendere con acrimonia gli sprovveduti studenti che si avventurano in visioni di frontiera senza nemmeno porsi il dubbio che quello che vedono sia o no il film che credono d`aver scaricato. La verità  è che senza il peer to peer le nuove generazioni di pubblico, molto più consapevoli e dotte di quello che generalmente si dice, non avrebbero avuto la grande occasione di una formazione, cosa che invece hanno avuto, che si sono prese. Una formazione onnivora e disordinata, asistematica e mancante d`una gerarchia che ponga un discrimine tra generi, autori, epoche e stili, ma pur sempre un fenomeno dall`enorme portata, tanto economica quanto culturale. In breve: per strada, all`università , alla radio o su una rivista (oltre che sulla stessa rete) scopro un nome, qualche lettera appena; oppure vedo uno spezzone, un frammento, pescando nel mare magnum di you tube. Cerco. Trovo (trovo sempre, o quasi). Scarico. Vedo. Se l`esperienza non mi piace, finisce lì. Ma se il film che ho visto mi ha stimolato, mi ha colpito, mi ha costretto a spostarmi dalla semplice indifferenza, non ho che da proseguire con la mia ricerca. Intere filmografie possono essere scoperte e completate in questo modo. Anche se noi preferiamo pensare, sognare, sperare e consigliare che alla scoperta digitale segua una frequentazione il più possibile analogica. Ora la rete inizia a sviluppare il suo vero potenziale di archivio infinito, di risorsa in continua espansione dall`accessibilità  illimitata. Ecco dunque le nuove arrivate: televisioni che sul web mettono a disposizione dei naviganti gratis e con una buona risoluzione film di ogni genere e durata, di ogni formato e provenienza, dai meno degni ai grandi testi. Il banchetto è imbandito. Buone visioni. A martedì prossimo.