Festa del cinema di Roma: Parisini per Ghirri

Dopo la presentazione alla Festa del cinema di Roma, il 16 novembre a Reggio Emilia, in occasione del Trentennale "Luigi Ghirri Vedere Oltre", verrà proiettato Infiito-l'universo di Luigi Ghirri di Matteo Parisini. La nostra intervista al regista.
Intervista a Matteo Parisini a cura di Giovanna Barreca

Un artista che oscillava tra microscopio e telescopio, che considerava la provincia il luogo per antonomasia e credeva fortemente che la poesia, la pittura, le canzoni, la fotografia potessero rinnovare ogni volta lo stupore della meraviglia. Così viene presentato all’inizio del documentario Infinito – L’universo di Luigi Ghirri di Matteo Parisini – in anteprima alla Festa del cinema di Roma -, il fotografo emiliano che, per il trentennale della sua prematura scomparsa, viene omaggiato con questo ricchissimo ritratto e con due mostre.  Un’occasione per permettere a molti di riscoprire il suo pensiero e i suoi lavori di profonda ricerca nel campo dell’immagine.

Il cielo era idea di infinito per Ghirri che, come ricordano le figlie, amava invitare tutti a guardarlo come atto di bellezza: “Non esiste un azzurro uguale ad un altro azzurro; il colore del cielo che possiamo vedere tutti i giorni è infinito!”.

Dal lavoro di geometra che, come ebbe modo di dichiarare, gli insegnò molte cose sullo spazio: “La costruzione pietra su pietra dell’ambiente, partendo da un progetto”, negli anni Settanta decise di dedicarsi a tempo pieno alla fotografia e collaborare con diversi artisti soprattutto modenesi. Volle liberarsi e sottrarsi ad uno sguardo inquinato e iniziare una ricerca d’identità che lo portò a dare un’iconografia ad un mondo che iconografia non aveva. Questo, come afferma uno dei diversi storici e amici, presenti nel film: “é il contributo di Ghirri alle periferie”,  a quella ricerca di verità che ha reso le sue fotografie capaci di toccare il cuore, come afferma anche lo stampatore Arrigo Ghi. Paesaggi che sono punto di partenza per poi portare lo spettatore nel paesaggio della fantasia. 

Desiderava anche si iniziasse a vedere in maniera diversa le fotografie, che chi guarda possa soffermarsi su un paesaggio come se fosse la prima e ultima volta per generare un senso di appartenenza. Fondò la casa editrice Punto e Virgola e organizzò mostre. Aveva un interesse forte per i luoghi che chiamava architettura e per l’uomo, la sua vita, la natura. Non si definiva fotografo ma: “Sono una persona e il pensiero è una parte fondamentale di quello che faccio”. 

Fece sue le parole di Giordano Bruno: “Pensare è speculare per immagini” e creò le stanze della memoria: “Memoria non solo come ricordanza/nostalgia ma come territorio che si reinventa, da percorrere e con il quale è possibile giocare”.

Nel documentario Stefano Accorsi è la voce che legge le riflessioni di Ghirri, il suo pensiero e che crea una narrazione legata alle immagini di repertorio del fotografo, girate nella sua casa e nei luoghi scelti per i suoi scatti (in parte girate da Ghirri e in parte da una troupe per un film mai realizzato). A questo corpo preponderante, Parisini unisce le testimonianze di Davide Benati, Franco Guerzoni, Arturo Carlo Quintavalle, Massimo Zamboni e delle figlie, in un dialogo fluido che sa entrare in contatto – grazie alla scelta della macchina fissa e dell’avvicinarsi alle mezze tinte di Ghirri – con l’arte e il pensiero del fotografo.

Dopo la presentazione alla Festa del cinema di Roma, il film sarà anche a Reggio Emilia mercoledì 16 novembre presso il cinema Rosebud con una doppia proiezione, alle ore 19.00 e alle 21.00. Le proiezioni sono ad ingresso gratuito.

Il film sarà distribuito da Rai Com e uscirà con Sky Arte.

 

giovanna barreca