Fiuggi: da Genova a Garfield

30/07/09 - C`era molta attesa intorno a "Genova", il nuovo film di Michael Winterbottom passato ieri...

Lutti anglo-americani elaborati in Italia e avventure piratesche ai giorni nostri: Family Festival tra la delusione per Winterbottom e la simpatia per Aronowitz, e l`irresistibile Garfield a corredo

(Dal nostro inviato Massimiliano Schiavoni)

genova_winterbottom30/07/09 – C`era molta attesa intorno a “Genova”, il nuovo film di Michael Winterbottom passato ieri in concorso e in anteprima al Family Festival di Fiuggi, e un`inevitabile surplus di curiosità  per noi italiani, trattandosi di un film anglo-americano tutto ambientato nella città  del titolo. Winterbottom ci ha ormai abituati a prove sempre ambiziose e non banali, ma anche a una frequente mancanza di compiutezza. Non è da meno, purtroppo, questa sua ultima fatica, che non è priva di suggestioni, ma che difetta, alla resa dei conti, di coerenza, compattezza e ispirazione. Come già  in altre occasioni per l`autore inglese, lo stile e la cadenza narrativa si avvicinano al docu-drama, con grande uso di macchina a mano, fotografia suggestiva, tutta giocata sul nero e il giallo-oro, e una certa aria da Dogma dell`ultima ora. Non si sente la presenza di una rigida sceneggiatura, e domina una narrazione per “calcolatissima casualitࠔ, che si annoda intorno all`elaborazione di un lutto familiare, vissuto da un padre e due figlie secondo chiavi individuali. E, parrebbe suggerire Winterbottom, in funzione di una permanenza in terra straniera, a Genova, città  costretta alle luci e ombre dalla sua stessa conformazione geografica, tra colline scure, mare assolato, e una catena di tunnel lungo la città , tra oscurità  e riflettori gialli. L`occhio del regista per la città  è apprezzabile, sa incorniciare i percorsi spirituali dei personaggi in un luogo amico e ostile, quasi caravaggesco. E, tutto sommato, l`autore riesce a tenersi un po` lontano da quell`immagine di Italia pittoresca e grottescamente sanguigna che domina nel cinema anglo-americano (anche se, va pur detto, il dettaglio del topo morto nei vicoli di Genova è da sbellicarsi di risate; qualcuno dovrebbe far sapere al resto del mondo che l`ultima peste bubbonica in Italia ha dilagato nel Seicento…). Manca però una vera ragion d`essere per tutta l`operazione. Il percorso di elaborazione del lutto che coinvolge i protagonisti non è mai davvero credibile nè appassionante. E l`unica sequenza davvero emozionante (l`addio della bambina Mary al fantasma della madre che porta dentro di sè) è subito smorzata dalla mancanza di realismo di tutta la sequenza, che trasforma una trafficata strada di Genova in una specie di highway di Los Angeles, con le macchine che sfrecciano, spaventose, e si tamponano come nel migliore dei Michael Mann, con tutto il corredo di enfasi nel montaggio visivo e sonoro. E in ultima analisi non si capisce nemmeno che bisogno ci fosse di scomodare due (semi)star come Colin Firth e Catherine Keener per due ruoli così generici. Peccato, perchè prima o poi sarebbe interessante vedere un film che indaga seriamente, con intelligenza, il rapporto tra il nostro paese e il resto del mondo, magari proprio tramite lo sguardo di un autore non italiano.

La programmazione dei film in concorso è proseguita poi con “Labou” di Greg Aronowitz, un film per bambini nel senso più puro del termine, che ripercorre alcuni dei canoni più tradizionali (e artigianali) dell`avventuroso per l`infanzia. Fantasmi di pirati catapultati ai giorni nostri, grotteschi pirati odierni incapaci del proprio ruolo, buffi cattivoni, tre intrepidi bambini alla ricerca di un tesoro perduto, e strani animaletti dall`aria aliena. Un patchwork postmoderno di canoni narrativi, che riecheggia decenni di adventure (viene in mente “I Goonies”, ed “E.T.” è direttamente citato nei dialoghi). E` evidente una certa scarsità  di budget, gli effetti speciali sono pochi e ingenui, l`animaletto Labou pare animato da Ed Wood, ma l`aria naif di tutta l`operazione suscita molta simpatia, e il divertimento è assicurato. Durante la proiezione ero circondato da bambini entusiasti. Segno che il suo scopo il regista l`ha ampiamente raggiunto. La proiezione della sera, infine, è stata dedicata a una selezione di episodi in anteprima del nuovo cartoon televisivo di Garfield, realizzata con tecnica 3D di scuola Pixar. Un`ora buona di grande divertimento, come ormai ci ha abituato il gattone rosso. Uno degli esempi più compiuti di moderna animazione per tutti, dove le iperboli divertono i più piccoli, e l`irresistibile sarcasmo di Garfield diverte i più grandi.

A domani, con l`anteprima italiana de “L`era glaciale 3”.