Fuga dal call center

18/04/09 - Vista l`incessante crisi economica e l`ormai annoso problema economico e sociale...

Divertimento di surreale attualità 

fuga-dal-call-center18/04/09 – Vista l`incessante crisi economica e l`ormai annoso problema sociale del precariato, i film che parlano del lavoro (e della sua assenza) giovanile sono diventati una sorta di filone, anche in Italia. Così dopo “Tutta la vita davanti” e “Riprendimi”, per citare i precedenti più diretti, arriva l`esordio di Federico Rizzo, documentarista che mescola interviste e ricostruzione tragicomiche per raccontare l`abisso per antonomasia del precariato. E lo fa con un tono spesso sorprendente. Il plot di partenza è tipico: Gianfranco è un neolaureato in Vulcanologia di bellissime speranze che però, per poter contribuire alle spese della casa, si adatta a lavorare in un call center. E mentre il calvario si tinge di colori folli, il rapporto tra lui e la ragazza Marzia comincia a incrinarsi. Quello che convince in questa pellicola scritta dal regista con Emanuele Caputo, Nerina Fiumanò e Alessandro Leone, è lo scarto tra il documentario d`interviste – stile “Parole sante” di Celestini – e il racconto realistico e al contempo surreale plasmato proprio su quelle testimonianze, per cercare di andare al di là  sia della docu-fiction sia della satira, ricordando i tentativi di Sandro Baldoni. Come un pamphlet, fedelmente alla natura di sguardo ironico sulla realtà , il film segue passo passo tutti i gradini della putrefazione del sogno italiano, quello del posto fisso, dello stipendio al minimo sindacale e della famiglia (non a caso nel film si va al cineclub a vedere “Il posto” di Olmi), raccontando come sia cambiato il concetto di lavoro e occupazione negli anni, come la disperazione abbia sostituito prima le ambizioni e poi addirittura il bisogno. Rizzo sceglie quindi una doppia e intelligente chiave di lettura, che si rispecchia costantemente dentro se stessa: la realtà  e la sorridente drammaticità  degli intervistati, che fanno sembrare i fatti narrati un monologo comico, e il grottesco surreale scelto per mettere in scena il racconto di finzione, con risultati ora divertenti (la SNAI che quota gli operatori, come fossero cavalli) ora stranianti (le apparizioni di Call Man, il supereroe dei call center), a sottolineare per contrasto il degrado culturale su cui si fondano queste strutture.

Quello che proprio non funziona in una sceneggiatura curata sia nell`impasto narrativo sia nella descrizione dei personaggi secondari è il rapporto tra i due protagonisti, una storia sentimentale senza vero interesse che conduce a una più che discutibile soluzione finale, e che inficia un po` l`interessante lavoro di Rizzo, capace di girare con pochi soldi, riuscendo a rendere con le scene (di Valentina Pavan e Alessio Baskakis) il ritmo e il tono del film. che peraltro sa avvalersi di un cast a dir poco compatto, anche tra gli attori sconosciuti o non protagonisti, che convincono più dei professionisti, e tra cui ci sentiamo di menzionare Paolo Pierobon, Isabella Taurini e Diego Pagotto. Possiamo così salutare un film italiano che finalmente sa parlare di realtà , con i suoi limiti, e forse senza la dovuta cattiveria finale, ma almeno con onestà  d`intenti e schiettezza.

(EMANUELE RAUCO)

Titolo originale: Fuga dal call center
Produzione: Italia 2008
Regia: Federico Rizzo
Cast: Angelo Pisani, Isabella Tabarini, Paolo Pierobon, Debora Villa, Natalino Balasso, Peppe Voltarelli, Emanuele Caputo, Matteo Gianoli, Martin Giantullio, Giovanni Maestroni, Laura Magni, Luis Molteni, Diego Pagotto, Disma Pestalozza, Estelo Pupa, Andrea Riva, Paolo Riva, Tatti Sanguineti, Pietro Sarubbi, Raman Turhan
Durata: 95′
Genere: commedia
Data di uscita: 17 aprile 2009