Giffoni e Tabù: il perdono

19/07/09 - Sicuramente ieri, 18 luglio, per le cronache dei quotidiani è stata una giornata...

“Skin” di Anthony Fabina e l`arrivo di Baz Luhrman

(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca)

19/07/09 – Sicuramente ieri, 18 luglio, per le cronache dei quotidiani è stata una giornata importante per l`arrivo a Giffoni di Baz Luhrman, regista di capolavori come “Moulin rouge” e “Australia” che concede piccole perle di saggezza ai ragazzi ricordandogli quanto nel lavoro del regista conti l`aver una storia forte ed essere in grado di saperla raccontare. Aggiunge che ha imparato molto dal cinema muto: “una scena deve poter comunicare anche senza dialoghi”. Ma sicuramente per noi l`emozione più forte è arrivata dalla visione del film della categoria “+16”, “Skin” di Anthonu Fabian, sicuramente uno dei candidati alla vittoria del festival, e dall`intervista con il regista che ne è seguita.

skinNel giorno del 91esimo compleanno di Nelson Mandela, il Sudafrica è protagonista con la storia vera di una delle sue figlie, Sandra Laing, una ragazza di colore nata negli anni `50 da genitori bianchi. Questo fu dovuto sicuramente al DNA di un antenato “sconosciuto” che ha saltato diverse generazioni, per poi manifestarsi in lei. Film complesso dove ogni personaggio ha un suo alter ego da rintracciare nel corso della narrazione ma dove sicuramamente ci sono diversi temi che vengono affrontati. C`è l`apartheid che ha flagellato il paese e che “non è stato ancora completamente debellato dalla mente degli individui – precisa il regista – visto che ancora oggi, nel 2009, il fratello di Sandra non vuole parlare con sua sorella, non vuole che il suo mondo fatto di bianchi lo possa accostare a quello della donna di colore. Qualcosa di incomprnsibile, come l`appartenenza del padre di Sandra al partito nazionale”. C`è anche la lotta per la libertà  e la trasformazione ma è soprattutto un film sull`identità . “Who I am anche where I do belong” è la frase, è l`idea che ha dato il via alla creazione del soggetto e poi della sceneggiatura. “Ho ascoltato un programma radiofonico che raccontava la storia di Sandra e quell`intervista mi ha fatto arrabbiare: c`era un`ingiustizia nei confronti di una persona che non aveva fatto nulla. Un`ingiustizia inutile che però aveva cambiato il suo destino e quello di tutta la sua famiglia”.
Nato a San Francisco e cresciuto tra Messico, Francia e Gran Bretagna, il regista è ancora visibilmente commosso dall`accoglienza della sala che con un lunghissimo e ininterrotto applauso ha accompagnato lo scorrere dei titoli di coda e con una standing ovation il suo ingresso.
“La sala? Beh, sono rimasto davvero molto affascinato dalla multietnicità  dei ragazzi e dalla loro maturità . Se il mondo fosse come in quella sala, le cose sarebbero migliori. Sicuramente il film ha colpito i ragazzi perchè è una storia nella quale si riconoscono perchè parla di una relazione tra genitori e figli e anche di una ragazza che si sente diversa”.

Poi passiamo a domandargli del rapporto con Sandra Laing che ha partecipato direttamente alla stesura della sceneggiatura. “Lei si è affidata completamente e la sua bontà  è stata importante per me perchè mi ha permesso di creare un film dove ci fosse veritࠔ. Nel film escono vincenti le figure femminili che riescono a perdonare. “E` una storia di verità  e riconciliazione perchè non c`è futuro senza perdono e Sandra riesce ad andare avanti perchè si è perdonata per aver fatto del male ai suoi genitori, anche se non ne aveva colpa, e trova anche la forza per perdonare”. La bellezza di un`ottima regia è data anche dal significato che viene ad assumere una scena legata a tutto il contesto che l`ha preceduta e non possiamo non esprimergli profonda ammirazione per una verso la fine del film quando Sandra trova il coraggio di andare dalla madre e mentre percorre un corridoio il suo viso si riflette sullo schermo di un televisone rimandandoci la sua immagine deformata alla quale segue un suo primo piano quasi sorridente, un suo incedere sicuro. Nell`immagine deformata c`è tutto il suo passato, c`è tutta la sua incapacità  di vedersi e il non credersi abbastanza forte per affrontare la vita. Il suo primo piano rappresenta il suo presente, il suo provare ad affrontare se stessa nuovamente nel confronto con la madre e finalmente essere certa di ritrovarsi.