Il mondo di Mattotti al Ca’ Foscari Short

Dalla strana maga che scrive su un mappamondo, immagine scelta per la decima edizione del Ca' Foscari Short film festival è iniziato l'incontro e la scoperta della carriera dell'illustratore e regista Lorenzo Mattotti: dagli esordi al successo de La famosa invasione degli orsi in Sicilia, suo primo lungometraggio.
Intervista a Lorenzo Mattotti a cura di Giovanna Barreca

Una strana maga che scrive su un mappamondo è l’immagine che la direttrice artistica, la professoressa  Roberta Novielli ha scelto per questa decima edizione del Ca’ Foscari Short film festival perchè era tra le proposte dall’illustratore Lorenzo Mattotti, grande autore da anni amico della kermesse organizzata in tutte le sue fasi dagli studenti dell’università Ca’ Foscari.

A Lorenzo Mattotti è stato dedicato un programma speciale curato da Davide Giurlando, studioso ed esperto di cinema d’animazione (suo il libro Fantasmagoria, un secolo (e oltre) di cinema d’animazione – Marsilio editore). L’incontro con gli studenti universitari e la stampa è stata l’occasione, anche per noi, di intervistarlo dopo l’anteprima italiana de La famosa invasione degli orsi in Sicilia ad Alice nella città, alla Festa del cinema di Roma 2019 dove Mattotti – dopo il successo ottenuto al Festival di Cannes – vinse il premio per la miglior regia con la seguente motivazione: “Una favola senza tempo destinata ad adulti e bambini raccontata con efficacia, delicatezza e maturità. Una regia che eredita lo straordinario talento compositivo delle illustrazioni di Lorenzo Mattotti ed immerge lo spettatore nella magica Sicilia di Buzzati”.

L’autore nato a Brescia nel 1954 ci ha raccontato il percorso pieno di successi e di soddisfazioni di questo anno di programmazione del film in tante sale italiane e francesi, con particolare attenzione alle tante proiezioni per gli studenti che si sono innamorati di Leonzio, Tonio, Almerina, il Serpenton dei mari, tutti disegnati –  partendo da Buzzati – come personaggi reali: “maschere che hanno comportamenti molto più vicini alla nostra realtà” precisa l’autore. Inoltre gli abbiamo chiesto dettagli più stilistici sull’equazione guerra e teatro  che domina una delle scene più belle del film e del suo amore per i colori caldi “che danno forza, luce, energia positiva, gioia” e che nel lungometraggio esplodono dentro le linee morbide del tratto dell’autore. “I colori servono anche per creare evocazioni lontane, arricchire le immagini. Invece le ombre ci hanno permesso di dare più luminosità nei momenti di luce”.

Nell’incontro pubblico invece c’è stato il tempo per ripercorrere la sua carriera, a partire dal suo amore per il Corriere dei piccoli, prima fonte di ispirazione, insieme alla scoperta che forse i fumetti erano una cosa seria se anche un grande scrittore come Buzzati illustrava personalmente il suo libro La famosa invasione degli orsi in Sicilia. Una volta scelta la strada dell’illustrazione, partecipa al collettivo Valvoline, sperimenta con il bianco e nero per poi passare al colore. Negli anni collaborazioni con  riviste di grande prestigio internazionale come Le Monde, New Yorker, iniziate quando “le tavole bisognava consegnarle personalmente e non via mail” racconta ai ragazzi. In concomitanza la collaborazione con Lou Reed per The Raven, tratto dal poema di Edgar Allan Poe. E poi, a fine incontro, il regalo più gradito: il “dietro le quinte” della realizzazione della sua prima animazione. Ci sono voluti sei anni per realizzare La famosa invasione degli orsi in Sicilia e Mattotti mostra i bozzetti dello storybord, come il tratto venne pulito, l’aggiunta delle ombre e poi del colore. E mostra anche l’evoluzione che piano piano assunsero alcuni personaggi come De Ambrosis, con il corpo spigoloso, quasi come quello di un grillo al quale venne regalato più volume ed elasticità: “Il gioco con i volumi e l’elasticità ha reso i personaggi molto più cinematografici, anche grazie al lavoro sulle ombre realizzato da un team specifico: ogni personaggio ha le proprie ombre ed esse si fondono con il mondo circostante”.

Ricordiamo che nella versione italiana il film è doppiato da grandi attori come Toni Servillo, Antonio Albanese, Linda Caridi, Corrado Guzzanti e il Vecchio Orso ha la voce cavernosa e calda di Andrea Camilleri.

giovanna barreca