Il sistema sceneggiatura

03/11/09 - “Per più di duemila anni c’è stata la Poetica di Aristotele. Adesso c’è il sistema sceneggiatura...

Pubblicato da Lindau un manuale critico che fa più di una confusione tra pratica e teoria della scrittura per il cinema

03/11/09 – “Per più di duemila anni c’è stata la Poetica di Aristotele. Adesso c’è il sistema sceneggiatura” .

il sistema sceneggiaturaSi conclude in questo modo a dir poco altisonante l’ultimo libro della coppia di autori Luca Bandirali e Enrico Terrone, dal titolo Il sistema sceneggiatura, per l’appunto. E l’affermazione è talmente enorme che non ha certo bisogno di ulteriori commenti. È invece interessante riflettere a proposito del termine “sistema” su cui gli autori puntano a costruire il loro volume. Lo studio della narratologia in anni ormai lontani ha avuto un percorso intrecciato con quello della semiotica e, dai formalisti russi (Propp, Jakobson) agli studiosi francesi (Gremais, Genette), ha portato a risultati notevoli che però non hanno mai avuto una reale influenza sulla pratica cinematografica e in particolare sulla scrittura per il cinema, perché questi contributi trovavano la loro ragion d’essere nell’analisi delle strutture primigenee del racconto (le fiabe) o in quella di date esperienze letterarie (ad esempio Genette su Proust), e dunque erano sostanzialmente rivolti a un pubblico di specialisti. Detto in modo spiccio: un aspirante sceneggiatore, allora come oggi, se ne fa ben poco di quegli studi. Con gli anni, però, è emersa un’ampia manualistica settorializzata volta a istruire una schiera sempre più numerosa di screenwriter in erba: si propinano in tal senso delle presunte regole da seguire al millimetro (il primo colpo di scena dopo ventisette pagine, ad esempio). Ma se il difetto degli studi precedenti poteva essere quello dell’elucubrazione accademica, questi manuali piuttosto mancano completamente di metodo e, permeati esclusivamente dai precetti di Hollywood, arrivano all’effetto opposto di erigere un monumento all’empirismo, sfociando talvolta in consigli che hanno il sapore dell’ovvio, del cosiddetto uovo di Colombo.

In una siffatta temperie non sembrava sbagliata la mission di Bandirali e Terrone di tentare una sistematizzazione di tutte queste esperienze, proponendosi di strutturare una teoria e insieme una pratica del fare sceneggiatura. Da un lato la riflessione sul narrare, dall’altro un insieme di binari precisi su cui far viaggiare lo script evitando di andare fuori tema. Ma non solo: Bandirali e Terrone, che sono redattori di Segnocinema, avevano tra le loro intenzioni anche quella di rivolgersi, con questa loro opera, alla critica cinematografica, segnalando come sia indispensabile saper riconoscere i meccanismi del racconto per poi poter essere in grado di giudicare la riuscita o meno di un film. Fin qui – e siamo solo all’introduzione del libro – tutto sembra condivisibile. Purtroppo quel che segue ne Il sistema sceneggiatura è una sequela insopportabile di tassonomie e classificazioni che non lasciano spazio a nulla, né alla riflessione narratologica, né ai consigli su come scrivere una sceneggiatura, né tantomeno alle considerazioni per costruire una buona critica cinematografica. Semplicemente di capitolo in capitolo si passa da una catalogazione a un’altra, dai tre livelli del plot, ai conflitti intra-categoriali, alla tavola degli elementi, fino alle riflessioni sulle diverse modalità di narrazione richieste dai differenti generi cinematografici. In effetti quest’ultimo poteva essere un argomento stimolante (che avrebbe richiesto una trattazione separata), ma diventa futile nel momento in cui ad ogni genere si dedica solo una paginetta o giù di lì.

L’impressione è che BandiraliTerrone abbiano voluto parlare di tutto e di nulla, raccogliendo definizioni un po’ qua e un po’ là e cercando di integrarle tra loro in qualche modo. Ne emerge una gran confusione in cui non si fa teoria né si propone una pratica. Alla fine la traccia che resta più visibile nel libro è piuttosto la formazione critica dei due autori: infatti Il sistema sceneggiatura che, mediamente, cita almeno tre o quattro film diversi per pagina (non era meglio concentrarsi per tutto il corso del libro solamente su qualche titolo significativo?) si “esalta” nello stroncare a ripetizione il cinema italiano contemporaneo, con particolare accanimento nei confronti di Sorrentino, Garrone e Moretti. E in un libro siffatto dove non c’è spazio per soffermarsi sulle cose, va a finire che queste stroncature non risultino motivate e anzi appaiano come una sorta di ossessione degli autori che, proposto uno schema, automaticamente fanno notare come il nostro cinema sia inadatto e sbagliato (si salva solo Carlo Verdone). Se dunque gli autori avevano un particolare motivo di accanimento nei confronti del cinema italiano (che anche noi non amiamo, tutt’altro), forse avrebbero dovuto dedicarvi l’intero volume e, limitando l’oggetto della ricerca, avrebbero avuto la possibilità di far corrispondere intenzioni e risultati.

(ALESSANDRO ANIBALLI)

Scheda libro
Autori: Bandirali Luca, Terrone Enrico
Editore: Lindau
Genere: arti ricreative. spettacolo. sport
Argomento: sceneggiatura
Collana: Saggi
Pagine: 318
ISBN: 8871808312
ISBN-13: 9788871808314
Data pubblicazione: 2009
Prezzo: € 22,00