#RomaFF16 – Io sono Babbo Natale: Proietti-Giallini in una commedia fantasy

Io sono Babbo Natale di Edoardo Falcone, in anteprima alla Festa del cinema di Roma e in sala dal 3 novembre. L'ultimo set di Gigi Proietti nei panni di un contemporaneo Babbo Natale. Le nostre interviste, in esclusiva con il regista e l'attrice Barbara Ronchi.
Intervista al regista Edoardo Falcone a cura di Giovanna Barreca
Intervista a Barbara Ronchi a cura di Giovanna Barreca

Nato a Roma, Edoardo Falcone per anni si dedica alla recitazione e al lavoro di autore teatrale, fino all’incontro con Massimiliano Bruno con il quale inizia a firmare diverse sceneggiature, a partir da Tutto l’amore del mondo, regia di Riccardo Grand, Poveri ma belli di  Massimo Ranieri, per poi passare alle regie di Bruno: Nessuno mi può giudicare (2011), Viva l’Italia (2012) e Confusi e Felici (2014) . Seguono tante altre collaborazioni in scrittura, fino al passaggio alla regia nel 2015 con Se Dio vuole, scritto con Marco Martani ed interpretato da Marco Giallini e Alessandro Gassmann che gli vale il Nastro D’argento come Miglior regista esordiente. Segue Questione di Karma, con Fabio De Luigi e Elio Germano.

Io sono Babbo Natale, scritto con Michele Braga e interpretato da Gigi Proietti, Marco Giallini, Barbara Ronchi e Antonio Gerardi – presentata in anteprima stampa alla 16esima edizione della Festa del cinema e in sala dal 3 novembre – è “una commedia fantasy improntata sul più classico realismo magico” precisa il regista che. ricordando Gigi Proietti ne ha esaltato la grande umanità e quando abbia regalato sul set creando una bellissima complicità con tutti gli attori. L’attore romano interpreta un anziano signore nato l’11 marzo 1895 (l’anno del cinema, sarà un caso?) che si è trasferito dalla Lapponia in Italia per il suo clima più mite e un giorno, regalando dei soldi a un disgraziato su una panchina, da inizio alla riscossa dell’ex carcerato (Marco Giallini) che da piccolo, non ricevendo regali per Natale, aveva scritto proprio una lettera a Babbo Natale lamentandosi dell’accaduto e dichiarando che sarebbe diventato il futuro Babbo Natale.

Il “disgraziato senza arte né parte” in questione è Ettore (Marco Giallini) che non ha conosciuto l’amore dei genitori e che da adulto non ha saputo esprimere tale sentimento alla compagna (Barbara Ronchi) e alla loro figlia, almeno fino a quando non esce di prigione e incontra Nicola Natalizi (Babbo Natale). Un Babbo Natale che vediamo nella sua casa romana, mentre fa la spesa, mentre vive una quotidianità poco nota e lo si immagina a preparare slitta e renne solo per il suo lungo viaggio nella notte magica del 25 dicembre. Tra i due, almeno all’inizio, ha la meglio lo scetticismo e un rapporto turbolento, fino a quando la magia del Natale avrà la meglio, fino a quando Babbo Natale lo esorterà a cercare di volersi bene anche se nessuno gliel’aveva mai insegnato.

Un film dove il lavoro più scrupoloso è stato fatto sulla costruzione (già in scrittura) dell’emotività dei personaggi perché il loro disagio iniziale fosse reale – soprattutto quello di Ettore – e che scatenasse la reazione che si vede nel film. L’uomo, ormai molto deluso dalla vita – grazie anche alla piccola figlia e a Natalino e alla sua gentilezza -, si aprirà all’amore e conoscerà cosa vuol dire agire in maniera disinteressata, a dare senza dover o voler sempre prendere perché “solo un adulto che è rimasto bambino può diventare Babbo Natale”.

Durante la conferenza stampa ha prevalso la commozione per Proietti che Giallini ha provato più volte di alleggerire con battute rivolte ai giornalisti. L’attore ha ricordato anche uno degli ultimi messaggi ricevuti da Proietti: “Abito in via di guarigione. Mi mancano le nostre risate” perché sul set avevano avuto la possibilità (Giallini lo definisce privilegio) di passare molto tempo insieme. E l’attrice Barbara Ronchi con il regista hanno sottolineato il grande amore e il divertimento che Proietti aveva per il lavoro dell’attore e la grande attenzione per tutti i membri della troupe.

La data del 3 novembre per l’uscita in sala è un omaggio a Proietti, nato e morto in quella data.

 

giovanna barreca