Italiani Brava Gente

28/03/09 - Ha aperto ieri presso l`Istituto Stensen di Firenze la prima edizione del Festival Italiani...

A Firenze, fino al 29 marzo, il Festival che racconta il Bel Paese attraverso il suoo cinema documentario

(dal nostro inviato Massimiliano Schiavoni)

italiani-brava-gente28/03/09 – Ha aperto ieri presso l`Istituto Stensen di Firenze la prima edizione del Festival Italiani Brava Gente, organizzato dal sito indipendente Cinemaitaliano.info e interamente dedicato al cinema documentario che racconta il nostro paese. Il Festival presenta una sezione di concorso in cui saranno mostrati 5 film, in programma oggi e in replica domani, con finale premiazione la sera di domenica. La giuria è presieduta da Silvano Agosti, a cui è stata dedicata buona parte della prima giornata, che ha visto infatti la proiezione di “Matti da slegare” (1975), diretto da Agosti insieme a Marco Bellocchio, Stefano Rulli e Sandro Petraglia, e di “Forza Italia!” (1977) di Roberto Faenza, a cui Agosti partecipò come montatore e parzialmente in regia. La serata, invece, ha proposto prima un incontro col pubblico del giornalista Sergio Rizzo , moderato da Italo Moscati, e in chiusura la proiezione di “Il paese mancato” (2005) diretto dallo stesso Moscati. àˆ da riconoscere pieno merito all`impegno messo dalla gestione del festival, prevalentemente giovane, nel promuovere un nuovo appuntamento di cinema a Firenze, e assai apprezzabile appare il taglio conferito alla rassegna, che offre un`originale proposta di testimonianze sul nostro paese, osservato da angolazioni diverse e individuali.

La prima giornata, infatti, ha già  avuto un suo preciso tracciato, che ha messo in gioco riflessioni sull`Italia dagli anni `40 fino alle soglie degli anni `80, ma secondo prospettive d`analisi ben distinte. “Matti da slegare”, ad esempio, è un prezioso documento della fase di passaggio dall`istituzione manicomiale pseudo-carceraria alle innovazioni introdotte dalla legge Basaglia, ma rifugge da qualsiasi tono cronachistico o ostentatamente provocatorio. Appare piuttosto una forma di documentario “addosso all`essere umano”: si alternano facce, voci, racconti di ex-pazienti manicomiali, indagati e pedinati senza fretta, quasi con spirito zavattiniano, per lasciar emergere a poco a poco la loro difficile riscoperta di un mondo che per decenni hanno intravisto oltre i muri dell`istituto sanitario. Una forma di narrazione documentaria che non ha bisogno di plateali declamazioni, in quanto è la realtà  umana a “declamarsi” solo per mezzo di se stessa, con vivacissima forza espressiva. Totalmente all`opposto, invece, si colloca “Forza Italia!”, all`apparenza una “realtà  che parla da sola” (il film è un montaggio di brani di repertorio sulla storia della Democrazia Cristiana dal `48 al `77), ma che al contrario subisce una vigorosa torsione formale tramite il montaggio, il ridoppiaggio delle voci, l`invadente voce-off. La “realtࠔ risulta quindi modellata dal regista secondo un progetto di “documentario satirico”, o ancor meglio di “documentario-pamphlet”, privo di eredi immediati ma florido esempio di un filone recentemente tornato alla ribalta (penso a “Viva Zapatero!” di Sabina Guzzanti, e chissà  se, per qualche assurdo caso della vita, pure Michael Moore non si sia visto “Forza Italia!” tanti anni fa…).

Meno interessante, in un simile panorama, risulta la riproposizione di “Il paese mancato” di Italo Moscati. Si tratta infatti di un reportage giornalistico, dominato da un`onnipresente voce-off, appartenente alla serie La Grande Storia prodotta dalla Rai, e come tale si propone come una carrellata impersonale, superficiale e cronachistica, sull`Italia movimentista dal `68 agli inizi degli anni `80. Un prodotto onestamente televisivo, mosso da intenti divulgativi per grandi platee, ma che poco ha a che fare con un festival di cinema documentario. Buono il prodotto, sbagliato il contesto. Attendiamo, adesso, le proposte del concorso. A domani.