Italiani Brava Gente, i premi

30/03/09 - Il primo premio di Italiani Brava Gente, assegnato da una giuria presieduta da Silvano...

Vince “Vota Provenzano” di Salvatore Fronio

La prima edizione di Italiani Brava Gente chiude con un bilancio positivo e simpatici battibecchi tra Silvano Agosti e Piero Ricca

(dal nostro inviato Massimiliano Schiavoni)

italiani-brava-gente30/03/09 – Il primo premio di Italiani Brava Gente, assegnato da una giuria presieduta da Silvano Agosti, va al documentario “Vota Provenzano” del giovane Salvatore Fronio, simpatico esperimento sociologico che ha visto l`autore caricarsi sul portapacchi dell`auto il manifesto di una fittizia lista-Provenzano e girare così mezza Italia per raccogliere le reazioni della gente alla presunta candidatura politica del boss mafioso. Fronio ha raccolto così la conferma di un temibile sospetto: parlare di mafia, soprattutto in Sicilia, non è più un tabù, ma suscita spesso reazioni rabbiose. Rabbia, si badi bene, non d`indignazione morale, bensì “rabbia offesa”, perchè parlare di mafia significa parlar male della propria terra. Fortunatamente siamo ormai lontani da “La mafia non esiste” (slogan che continua a permanere, tuttavia, sulla bocca di alcuni politici), ma la gente avverte la provocazione di Fronio come una “brutta azione”, e l`invito sottinteso di una buona parte del popolo è a voltare lo sguardo, a pensare alle “cose belle”, a valorizzare il buono che pure si può trovare in Sicilia e, in senso lato, nel nostro paese. “Vota Provenzano” si sorregge insomma su un`idea brillante, che forse avrebbe meritato mezzi maggiori e uno sguardo più strettamente cinematografico. Del resto, durante la cerimonia di premiazione Silvano Agosti ha sottolineato con una punta di aspra franchezza che di cinema documentario se n`è visto poco in concorso, e che ha dominato invece il documentario di taglio televisivo, se non negli intenti quantomeno nei risultati.

Il premio del pubblico, invece, è andato a “Improvvisamente l`inverno scorso” di Gustav Hofer e Luca Ragazzi, un`indagine sulla percezione popolare della problematica gay condotta proprio nei tempi e nei luoghi della discussione sulla legge dei Dico. Un racconto piuttosto convincente, che sottolinea il colpevole, scarso interesse della maggioranza politica della precedente legislatura (benchè fossero i primi promotori e sostenitori del progetto di legge), e che si sofferma soprattutto (ed è forse il dato più pregnante) sugli umori della gente comune, che verso la questione dei pari diritti civili mostra ancora, se non vero rifiuto, una sostanziale indifferenza. Un racconto animato anche da grande coraggio, poichè si addentra in “territorio nemico”, cerca il dialogo con i partecipanti del Family Day, con i fanatismi della Militia Christi, e addirittura osa mettere piede, con estrema discrezione e sincero desiderio di confronto, in una manifestazione di estrema destra.

Restano fuori dai premi le altre 3 proposte del concorso, che però raccolgono tutte una menzione speciale. In una selezione dominata dalla narrazione dell`Italia politica degli ultimi 3 anni, fa eccezione “Il corpo delle donne” di Lorella Zanardo, Marco Malfi Chindemi e Cesare Cantù, breve documento, dichiaratamente “militante”, sull`immagine della donna in tv e sulla passività  ormai dilagante tra le stesse donne verso la sempiterna sfilata di volti sfatti dalla chirurgia plastica. Di tutt`altro tenore, invece, “Lost in Election” di Clemente Bicocchi e Lapo Ristori, contraddistinto da un approccio minimale, “cittadino”, alla Firenze pre-elettorale del 2008, raccontata anche nella sua principale novità  politica, e cioè il sorgere di sedi di partito del centro-destra che fanno vera attività  politica nelle strade e nelle piazze, e che, in un contesto tradizionalmente “rosso” come la Toscana, si mettono in diretta concorrenza con la sinistra sfidandola sul suo terreno privilegiato, ossia l`associazionismo. Un racconto che viene dichiaratamente da sinistra, ma che conserva il merito di una buona imparzialità .

Un`ultima nota, infine, su Piero Ricca e il suo “Alza la testa!”. Il suo metodo giornalistico iper-aggressivo inizia ormai a essere piuttosto conosciuto in tutto il paese grazie a “Qui Milano Libera” e al canale di youtube (e grazie anche all`arcinota minaccia di querela che Berlusconi gli lanciò uscendo dalla Procura). Il film non ha grandi meriti cinematografici, ma è stato forse l`unico in concorso ad allargare lo sguardo, a proporre non una documentazione “instant” sulla realtà , bensì una riflessione sulla realtà , e nella fattispecie sulla cultura socio-politica del nostro paese e sulla diffusa mancanza, trasversale e “bipartisan”, di dignità  politica e giornalistica. E curiosamente Piero Ricca non sembra capace di staccarsi mai dal suo ruolo di grande accusatore e provocatore, poichè sui temi di utopia e realtà , di ideale e lotta nel quotidiano, ha imbastito durante la premiazione un acceso scambio di battute con Silvano Agosti, che i due hanno poi concluso promettendo di inaugurare la prossima edizione del festival con un “duello” tra di loro.