La finestra su Hitchcock

04/03/10 - Per Lindau è uscita in libreria la seconda edizione di un ottimo saggio su "La finestra sul...

Tecnica e narrazione. Regia, montaggio e senso: il saggio di Cosetta G. Saba dedicato a “La finestra sul cortile” di Alfred Hitchcock come ottimo esempio di studio nel corpo vivo del film

librolafinestrasulcortile04/03/10 – Per Lindau è uscita in libreria la seconda edizione di un ottimo saggio su “La finestra sul cortile” di Hitchcock. L’autrice è Cosetta G. Saba, docente di cinema all’Università di Trieste, e il suo lavoro si distingue innanzitutto per l’approccio all’analisi dell’opera. Niente di nuovissimo, intendiamoci: di saggi che si soffermano sulla tecnica e sui mezzi espressivi cinematografici tout court, fuori da una logica strettamente storica, se ne vedono molti. Saba non contestualizza né relativizza troppo il lavoro di Hitchcock, non è questo che le interessa. Il fine del suo saggio è più centrato, per l’appunto, sugli strumenti narrativi specifici della forma cinematografica, ed è mirato a una dimostrazione, analitica e puntigliosa, del senso metafilmico di “La finestra sul cortile”, preso come sommo esempio di una prassi cinematografica pertinente a tutto l’autore. Hitchcock, come da anni si ripete, è stato un autore fondamentale nella storia del cinema mondiale, innanzitutto per la sua natura bivalente di autore capace di ottenere sempre un grande successo di pubblico e al tempo stesso di delinearsi come uno dei maggiori innovatori, sperimentatori e scardinatori della tecnica narrativa cinematografica. Molti dei suoi film si propongono come sfide narrative, sfide ai limiti e alle convenzioni del mezzo-cinema, costanti rappresaglie contro l’omologazione ricettiva del pubblico, pur rimanendo sempre all’interno di una larghissima e godibile fruibilità.

“La finestra sul cortile” appare una di queste sfide, e una delle più ardite, in quanto implica una riflessione metafilmica consapevole, ma per nulla ridondante o didascalica. Saba si concentra ad analizzare soprattutto tale valenza del film, studiandone meticolosamente la struttura narrativa nel suo montaggio, tutta annodata intorno a una riflessione sullo sguardo cinematografico, sulla macchina d apresa come occhio, sull’occhio del regista e dello spettatore e sulle stesse dinamiche della fruizione cinematografica da parte dello spettatore. Il personaggio di Jeff (James Stewart) incarna un paradigma dello spettatore: è provvisoriamente immobilizzato, osserva situazioni di vita che di volta in volta si concretizzano sulla finestra/schermo, e sulla sola base di indizi visivi ricostruisce a poco a poco una vicenda che per gradi assume i toni del mystery e della suspence. Ma è al tempo stesso, per buona parte dell’opera, il narratore del film, o meglio il suo visore, e quindi in senso lato il suo “autore”. Vediamo tramite lui, e il percorso tra personaggio e spettatore è praticamente parallelo, ai limiti della perfetta simultaneità. Saba conduce il proprio studio esattamente su tali coordinate, analizza sequenza dopo sequenza (talvolta persino inquadratura per inquadratura) le varie tecniche adottate da Hitchcock su focalizzazioni e punti di vista, delinea le soggettive ma decostruisce anche lo scaltro utilizzo di false soggettive o di riprese oggettive, in funzione di una precisa dimostrazione di quanto Hitchcock ricorresse al cinema per svelarne i trucchi, di quanto facesse cinema tramite il cinema e parlando del cinema stesso.

Si tratta di una lettura estremamente tecnica, e quindi di non immediato accesso. Tutta la parte centrale del saggio si sofferma sulla ricostruzione del film sequenza per sequenza, secondo uno schema da “storyboard desunto”. Questo in funzione di uno studio successivo sulla rappresentazione dello sguardo, sullo sguardo rappresentato in cinema, e soprattutto su come Hitchcock giunga alla costruzione di un “film nel film”, tramite anche il sottile sdoppiamento della traccia narrativa. Se si è in cerca di un testo che illustri la collocazione storica di Hitchcock, la sua posizione e significato nell’evoluzione cinematografica, il senso della sua opera nell’economia mondiale del cinema, allora dobbiamo rivolgerci altrove. Anche se, provocatoriamente, quale mezzo migliore potremmo proporci per capire davvero un autore nella storia se non quello di analizzare minuziosamente, una per volta, le sue opere, e sotto una lente esclusivamente tecnica? In tal senso le riflessioni di Saba risultano, in ultima analisi, di estrema utilità per giungere alla ragioni di fondo di un autore che ha reso il fatto-cinema significativo e narrativo di per sé, e che ha raggiunto, nello scorrere degli anni, una tale consapevolezza del mezzo da riuscire a mettere il mezzo stesso in scena, con tutti i suoi artifici, senza alcuna inutile e pedante insistenza. Non è un caso, forse, se uno dei maggiori estimatori del cinema di Hitchcock, protagonista di uno degli incontri letterari più famosi in ambito di pubblicazioni cinematografiche, sia stato François Truffaut.

(MASSIMILIANO SCHIAVONI)

Scheda libro:

AUTORE: Saba Cosetta G.
TITOLO: Alfred Hitchcock «La finestra sul cortile»
COLLANA: Universale Film
PAGINE: pp. 170
ILLUSTRAZIONI: N° 32 b/n f.t.
FORMATO: cm. 13,5×19
PREZZO: euro 18,00
ISBN: 978-88-7180-788-1
EDITORE: LINDAU