Maratona della Memoria: intervista a Simona Forti

Sette interventi video dal 20 al 27 gennaio con diversi filosofi, giornalisti, storici, teologi per indagare che cosa è stata la Shoah. La nostra intervista con la professoressa Simona Forti si lega al suo intervento, disponibile dal 27 gennaio sul canale della Fondazione Filosofi lungo l’Oglio (promotrice dell'evento) e al film Hannah Arendt di Von Trotta perchè la studiosa ha indagato a fondo la figura della filosofa tedesca. Film disponibile su primevideo.
Intervista a Simona Forti a cura di Giovanna Barreca

Con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 il Parlamento italiano ha aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come Giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo (nazismo) e del fascismo, dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati. Il testo dell’articolo 1 della legge così definisce le finalità del Giorno della Memoria: “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. La scelta della data ricorda il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, nel corso dell’offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di Oświęcim (nota con il nome tedesco di Auschwitz), scoprendo il suo tristemente famoso campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente, per la prima volta al mondo, l’orrore del genocidio nazista. Le vittime non furono solo ebrei, ma anche Zingari, oppositori politici e omosessuali.

La Fondazione “Filosofi lungo l’Oglio” presieduta da Francesca Nodari, in tempi di pandemia, non potendo promuovere iniziative in presenza, ha deciso di mettere on line una serie di interventi, dal 20 al 27 gennaio, in una sorta di “Maratona della Memoria”. Interventi della durata di circa un’ora l’uno.

“Mai come in questo momento storico la giornata della Memoria si carica di significato. Un monito quanto mai attuale per non dimenticare” afferma Nodari. Una maratona per indagare, come si legge nel comunicato stampa: “da un punto di vista filosofico, storico, teologico, letterario che cosa è stata la Shoah per un importante momento di riflessione e di approfondimento che non può prescindere sia dell’attuale panorama geopolitico che vede un antisemitismo di ritorno proclamato a più voci dai cosiddetti negazionisti. Antisemitismo che non può non chiamarci in causa, tanto più in mondo globalizzato, complesso e in fermento animato da crescenti estremismi nazionalistici”.

Da mercoledì 20 gennaio a questo link l’intervento di  Paolo De Benedetti, uno dei maggiori studiosi contemporanei dell’Ebraismo, teologo e biblista, scomparso nel 2016, dal titolo “La memoria di Dio” che parte dal suo libro omonimo:  https://www.youtube.com/watch?v=GICesS8kJMY

Da giovedì 21 gennaio l’intervento del giornalista e saggista David Bidussa dal titolo L’era della postmemoria: https://www.youtube.com/watch?v=amgce8Z6V54&t=817s

Da venerdì 22 gennaio, Gabriele Nissim saggista, scrittore, Presidente del Comitato per la Foresta dei Giusti-Gariwo con l’intervento La memoria del bene spiega come il ricordo è produttivo solo se diventa un antidoto: https://www.youtube.com/watch?v=NLM1GjyNEB0

Sabato 23 gennaio è stato ricordato Amos Luzzatto, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Presidente della comunità ebraica di Venezia. Luzzatto vedeva nella Vanità della memoria il labile confine tra memoria e ricordo. Memoria che ordina, divide, conserva, elimina quanto ha immagazzinato al centro del suo intervento: https://www.youtube.com/watch?v=EcqAECqWxiU

Con la memoria educhiamo noi stessi a «diventare esercizio di resistenza e pratica di vigilanza» afferma invece Salvatore Natoli, uno tra i filosofi contemporanei più apprezzati dal mondo ebraico, protagonista con l’intervento La memoria di Giobbe, disponibile da domenica 24 gennaio: https://www.youtube.com/watch?v=VuqQK0yTuyA

Da oggi disponibile l’intervento di Massimo Giuliani che propone un altro spunto di analisi per riflettere sulle Testimonianze dall’abisso. Perché sperare dopo Auschwitz?: https://www.youtube.com/watch?v=Q-XjUrciMrQ

Martedì 26 gennaio sarà ricordato, con un intervento tratto dall’archivio della Fondazione Filosofi lungo l’Oglio, Rav Giuseppe Laras, scomparso nel 2017, tra i 5 rabbini più influenti al mondo e tessitore instancabile del dialogo ebraico-cristiano sulla scia della fraterna amicizia e collaborazione con il Cardinal Carlo Maria Martini. Il pubblico potrà assistere a una lezione di altissimo livello in cui con parole di grande umanità Rav Laras racconta la tragedia che ha investito la sua famiglia, condividendo con altri i suoi ricordi più intimi e da maestro si fa testimone. Il comandamento della memoria, titolo dell’intervento sempre disponibile sul sito www.filosofilungologlio.it e sul canale youtube della Fondazione, come i precedenti.

Mercoledì 27 gennaio, con la Giornata della Memoria, la maratona si concluderà con l’intervento di Simona Forti, tra le più autorevoli studiose di Hanna Arendt e docente di filosofia politica presso la prestigiosa università di Pisa.

Visto che il film Hannah Arendt è tra i più proposti alle scolaresche in occasione della Giornata della Memoria e il film è disponibile su Prime video, abbiamo intervistato la studiosa per conoscere qualcosa di più sul suo intervento dal titolo La questione del male tra trasgressione e obbedienza e avere una sua opinione su come Margarethe von Trotta nel 2012 tratteggiò il personaggio di Arendt in un periodo cruciale della sua esistenza, quando la filosofa tedesca scrisse al The New Yorker per proporsi come inviata, come testimone oculare della storia, del processo ad Adolf Eichmann catturato dal Mossad in Argentina e processato ad Israele dove, come afferma il pubblico ministero, a condurre il processo non c’era solo l’uomo ma sei milioni di accusati. “Il loro sangue grida” dichiarò in aula. I sei milioni di morti della follia nazista. Un processo che cambiò la vita di Arendt e portò alla scrittura e pubblicazione di uno dei suoi capolavori: La banalità del male.

giovanna barreca