Più cinema, meno sprechi

02/02/11 - La Regione Lazio e Renata Polverini presentano la nuova legge quadro sul cinema e l'audiovisivo...

La Regione Lazio presenta la nuova legge quadro sul cinema e l’audiovisivo

Ascolta l’intervista di RADIOCINEMA ai presenti al workshop della Regione Lazio:

02/02/11 – La Casa del Cinema a Roma è stata ieri al centro di un workshop importante per tutto il mondo del cinema: la Regione Lazio, rappresentata dal presidente Renata Polverini e dall’assessore alla cultura, arte e sport Fabiana Santini, ha presentato la proposta di legge quadro sul cinema e l’audiovisivo che ha come obiettivo quello di razionalizzare e migliorare il sistema di finanziamenti e incentivi al cinema della regione, in cui l’incidenza dell’industria audio-visiva è altissima. L’iter che porterà la proposta all’approvazione del consiglio regionale è appena partito e vede al centro della proposta la creazione di un Ente regionale per il cinema e l’audiovisivo e di un fondo unico regionale per lo spettacolo: l’opera di razionalizzazione e snellimento di una procedura burocratica senza centro e dispersiva porterà al taglio di circa 45 poltrone, al mantenimento e all’ampliamento di feste, festival e strumenti di promozione cinematografica e a premiare gli operatori del settore che valorizzeranno l’economia regionale.

L’assessore Santini spiega che la legge è stata realizzata “seguendo le esigenze del settore, preoccupato per il declino di ore lavorate negli ultimi 3 anni, portando alla delocalizzazione delle produzioni”. La creazione di una legge di sistema si è resa indispensabile vista la mancanza di strategia d’interventi e di verifica dell’efficacia dei finanziamenti, così il futuro Ente Regionale sarà un unico interlocutore con le associazioni, le produzioni e i fondi che si occupano dei finanziamenti, sarà anche film commission (essendo receduto il rapporto con la Roma & Lazio Film Commission) e veicolo di promozione. Inoltre, sarà sempre aperto un tavolo di confronto con sindacati e associazioni ed è previsto un fondo per finanziare opere prime e seconde. Il tutto per un budget di 15 milioni di euro.

Hanno partecipato al convegno alcuni esponenti delle associazioni di settore, come Riccardo Tozzi (Presidente produttori Anica) che ha rivendicato per la regione un ruolo di primissimo piano nelle politiche culturali e cinematografiche e che ha segnato come centrale il problema della crescita della produzione; Fabiano Fabiani (Presidente dell’Associazione Produttori Televisivi) che ha denunciato la riduzione degli investimenti di circa 200 milioni a causa della crisi di pubblicitari e broadcaster; e Andrea Purgatori (coordinatore dell’associazione 100 Autori), il più critico, che si è detto fiducioso per la dimostrazione di coraggio che la Regione ha dato a differenza del governo nazionale: “L’audiovisivo nel Lazio ha un’importanza uguale o maggiore a quella della Fiat in Piemonte, per questo è deprimente che il nuovo piano fiction della Rai sia stato fatto per accontentare i partiti e le pressioni politiche”. E ha continuato la polemica che vede l’associazione contro gli esercenti (che accusano gli autori di aver remato contro le loro richieste e di voler aumentare il costo del biglietto) accusandoli di aver innalzato le tariffe in modo unilaterale e indiscriminato.

Il dibattito che ne è seguito ha dato modo alle varie categorie, critici, giornalisti, esercenti e produttori, di dire la loro opinione e proporre idee, come quelle sulla tassa di scopo (una quota da versare per i finanziamenti prelevata da chi guadagna sull’opera audiovisiva), o esporre critiche: la più dura è arrivata da Nino Russo, presidente dell’Associazione Nazionale Autori Cinematografici, che ha denunciato la riduzione di cinema e cultura a merci e che al contrario di quanto pensano le istituzioni, la cultura rende allo Stato circa 21 volte di quanto lo Stato investe (e dello stesso parere è stato anche l’assessore Santini). Un passo avanti sicuramente forte, viste le difficoltà di Governo e altre istituzioni locali (leggasi comune di Roma) a gestire la cultura, che – se forse non è del tutto sufficiente o chiaro nei risvolti – si spera possa diventare un efficiente strumento nel rilancio del sistema.

EMANUELE RAUCO