Resistere ed esistere in trincea al Torino film festival

R(esisti) di Davide Bongiovanni apre la sezione corti fuori concorso al Torino film festival riportandoci nella prima ondata della pandemia in Val d'Aosta, tra coloro che in ospedale e fuori dalle strutture sanitarie cercavano di affrontare una situazione inedita e drammatica. La nostra intervista in esclusiva al regista.
Intervista a Davide Bongiovanni a cura di Giovanna Barreca

Ciò che stava succedendo in Val d’Aosta, che è una piccola regione, non era diverso, rispetto alle dinamiche, a ciò che stava succedendo in altre parti d’Italia durante la prima ondata della pandemia mondiale e, partendo da questo presupposto Davide Bongiovanni, dalla formazione pubblicitaria e regista alla sua opera prima per il cinema, ha sviluppato il cortometraggio R(esisti), presentato Fuori concorso al Torino film festival in un’ edizione tutta on line che è possibile seguire su mymovies.it.

La scelta grafica legata al titolo racchiude la volontà di raccontare l'”esistere”, perchè come spiega ai nostri microfoni lo stesso autore che firma anche il soggetto e la fotografia: “esiste l’essere umano che in questo caso è stato colpito da un nemico invisibile che non si vede ma del quale, quando sai che c’è, ne senti forte la presenza”. E la forza e il desiderio di “resistere” a questa situazione.

A differenza di altri lavori sui primi 50 giorni di chiusura, Bongiovanni studia tutte le inquadrature dentro e fuori gli ospedali, sceglie, davanti ad una bara o ad un malato intubato di fare un passo indietro per pudore, per rispetto al tanto dolore e questa sobrietà lo distanzia il suo film dai tanti reportage sull’argomento e anche da tanta pessima televisione. I suoi personaggi hanno sempre un contesto che li rappresenta e che esplicita i concetti che vogliono esprimere, soprattutto quando si vive l’idea dell’uscita dal tunnel, della fine dell’incubo, alla fine del film.

L’autore riesce a raccontare una storia, quello che ha definito un viaggio infernale facendo sentire allo spettatore la forza dei suoi personaggi che lottavano in un’ospedale, in un’ambulanza, come in una casa con i bimbi da intrattenere e accudire.

Uno squarcio isolato ricco di umanità che l’autore – ancora al lavoro in questa seconda ondata dell’epidemia – spera diventi un lungometraggio e un vero e proprio documento per chi vorrà capire cosa è successo al mondo nel 2020.

Nella nostra intervista ci spiega come “lento – veloce – lento” era l’andamento che ha cercato di dare al film e che ruolo ha avuto la paura in un lavoro che lo ha visto in prima linea dietro alla macchina da presa della quale, ci confessa, si è profondamente innamorato. Un film realizzato con una piccola troupe e con un cast tecnico formato da: Valentina Favazza per la voce off, Raffaele d’Anello per il soundtrack, Rossella Scalise per i testi, Marco Paba per il montaggio, Angelo Acerbi e Margherita Bordino in qualità di content consultant.

giovanna barreca