Roma con roma

09/11/10 – “Roma” di Theo Eshetu ci è sembrata una presenza azzeccata in una manifestazione che ha celebrato...


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(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca)

09/11/10 – Roma di Theo Eshetu, presentato nella sezione L’Altro Cinema | Extra al 5° Festival Internazionale del Film di Roma, ci è sembrata una presenza azzeccata in una manifestazione che ha celebrato i 60 anni di La Dolce Vita di Fellini e nello stesso tempo indaga nuovi linguaggi. Lo sguardo del grande cineasta italiano sulla città eterna – che definiva africana anche se riconosceva la sua natura papale, imperiale e purtroppo fascista – è indimenticabile ma noi abbiamo apprezzato quello non narrativo di un giovane autore straniero che ci ha regalato il suo sguardo fresco, “altro” e stilisticamente innovativo sulla città che Jung –citato all’inizio del film – non volle mai visitare per timore dell’effetto che avrebbe potuto avere sulla sua coscienza.

Una città inafferrabile perché tutto quello che si può affermare su roma è valido come il suo opposto. Una città mostrata attraverso una soggettiva del suo vuoto chiassoso, sottomessa dalla sua stessa storia dove le persone – ‘onda di carne’ – sono l’aspetto più interessante da indagare per Eshetu, anche attraverso una musica – raccolta tra le strade della città in anni di registrazione da Alvin Curran – che, contemporaneamente, suggestiona, irrita e ammalia lo spettatore. Durante la nostra intervista abbiamo analizzato diversi aspetti di questo trittico partendo dalla scena forte dei due danzatori, uno bianco e uno nero che volteggiano in una chiesa sconsacrata emblema di un dialogo presente in tutto il film tra sacro e profano, tra volgare e poetico, tra eterno ed effimero, memorie inafferrabili e fantasmi. Inoltre, essendo un artista che da anni indaga il cinema documentario e la natura espressiva della video arte, abbiamo cercato di capire meglio la sua ricerca formale sui nuovi linguaggi del cinema elettronico.