Sguardi sonori – I love Radio Rock
La barca che rolla, nel nome del rock
(Rubrica a cura di Emanuele Rauco)
17/06/09 – Di film che raccontano la storia della musica ce ne sono fin troppo, specie per ciò che riguarda l`era gloriosa e nostalgica del rock, ma di pellicole che raccontano di come la radio abbia influito nel successo della musica popolare, soprattutto di quella trasgressiva, ce ne sono poche, pochissime: I love Radio Rock, nuovo film di Richard Curtis, è una delle più divertenti su questo tema, e una delle meglio musicate. Come prevedibile, infatti, nel raccontare le radio libere e pirata degli anni `60, la colonna sonora supervisionata da Nick Angel raccoglie decine di brani storici e li affianca brani inglesi più recenti, specie nei titoli di coda che cercano di fare un riassunto di 40 anni di pop-rock britannico, e seppur discontinuo e di sicuro manchevole, risulta anche affascinante. Già in apertura del ricco doppio cd che raccoglie i brani selezionati, Stay with Me di Duffy convive con All Day and All of the Night di The Kinks (una sorta di inno della radio), simboleggiando un viaggio musicale lungo epoche (i `60 di Martha & the Vandellas, i `70 di Cat Stevens, gli `80 di David Bowie) e generi (il surf di Beach Boys, il folk di Herb Alpert, il rock de The Who e il soul di Otis Redding) che diventa un tappeto tale da essere, a prescindere dal film, un affresco sull`evoluzione di usi e costumi – non solo musicali – di una nazione.
Una nazione che ha da insegnare a tutti per quanto riguarda il gusto musicale e anche, almeno a dire del film, la libertà di costumi e di pensiero, oltre le perfette istituzioni dominate dalla corona: certo, Amy Winehouse – discutibilmente affiancata ai Beatles – non è proprio il più fulgido prodotto della terra d`Albione, ma la colonna sonora giustifica in 35 brani anche qualche scivolone compiuto qua e là .
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