Sguardi sonori

03/02/10 - Da quando si è riconciliato col mondo ed è tornato al cinema, nel 2006 col controverso...

Sguardi sonori – Segreti di famiglia
La passione familiare

(Rubrica a cura di Emanuele Rauco)

sguardi-sonori-interno.jpg03/02/10 – Da quando si è riconciliato col mondo ed è tornato al cinema, nel 2006 col controverso “Un’altra giovinezza”, Francio Ford Coppola è uscito fuori dal titanismo e dalle dinamiche dell’autorialità made in Hollywood optando per progetti piccoli, indipendenti, anche ostici ma ambiziosi. Dopo il racconto filosofico mitteleuropeo, il regista si sposta in Argentina, per una storia di famiglia e arte. Unica costante l’utilizzo del talento musicale di Osvaldo Golijov. Compositore argentino d’origini ebraiche, capace di straordinarie rielaborazioni della tradizione classica, ma anche di una contemporaneità folk, Golijov presta a Coppola la passionalità dei suoi archi e dei suoi quartetti (è questo il genere strumentale che predilige) per tratteggiare le luci e le ombre, gli squarci di sole e le cadute cupe che il film mette in scena attraverso uno splendido bianco e nero, e lo fa non solo attraverso una musica da camera di grande tensione, ma soprattutto con aperture melodiche e strumentali che impressionano.

Aperta dal coro nei titoli di testa, la partitura mostra subito l’alternanza tra le radici argentine del suo autore (la chitarra e il clarinetto in Love, Angie o il leggero tango de La boca), presenti tanto nell’uso della strumentazione quanto nell’andamento solistico di molti brani (come Last Round e Carlo & Naomi, sorta di balletto in due parti), e l’impatto classico e romantico delle sue composizioni, come la notturna Miranda, la fredda e lunare El Glaciar, ma anche tocchi di sole come To Patagonia e Gracias, fino al finale che prende il titolo dal film, in cui lo spirito del film e della musica s’incarnano in una bellissima composizione che varia dal popolare al sinfonico. Bellissima prova d’autore, che ha il raro pregio di essere perfettamente inscritta nelle immagini e nelle sensazioni del film e saperne uscire, farsi plasmare, ma anche plasmare l’atmosfera della pellicola. Un’atmosfera davvero carica, che consigliamo di recuperare, a chi non l’ha fatto.