Sleeping Around

16/01/12 - L’opera prima di Marco Carniti con protagonista Anna Galiena ritrova vita grazie al circuito di Distribuzione Indipendente.

Ascolta le interviste di RADIOCINEMA a:

  • l’attrice e co-sceneggiatrice Carmen Giardina
  • l’attrice Francesca Faiella
  • l’attrice Jun Ichikawa
  • Esce finalmente in sala dopo cinque anni dalla sua realizzazione, per mezzo dei canali di Distribuzione Indipendente, Sleeping Around, primo lungometraggio di Marco Carniti, regista teatrale di fama internazionale. La pellicola racconta le vite di dieci personaggi che sembrano non avere nulla in comune se non la solitudine e i dolori di vite lacerate attraverso incontri casuali e non. Nel film viene esplorato il tema della sessualità sotto tutti gli aspetti per ricordare, ancora una volta, la condizione di un mondo contemporaneo privo di certezze e legato solamente alla sua espressione esteriore. Tratto dal lavoro teatrale di Hilary Fannin, Stephen Greenhorn, Abigail Morgan e Mark Ravenhill, a sua volta ispirato a Girotondo di Arthur Schnitzler, Sleeping Around viene riadattato per il cinema da Carmen Giardina e dallo stesso Carniti, che già l’avevano portato sul palcoscenico.

    Il film, che ha avuto anche una buona circolazione in alcuni festival internazionali, è di quelle opere che pur ottenendo i finanziamenti pubblici non è riuscito a trovare una sua collocazione nelle sale italiane a causa di una distribuzione, che con gli anni è divenuta sempre più disordinata e poco attenta ai prodotti di nicchia e d’autore, sia essi appartenenti alla nostra cinematografia o a quella straniera. E il motivo non è certo la cattiva qualità delle opere. Anzi, tutt’altro. È il caso di questo lavoro di Carniti, girato in una Torino anonima, grigia e priva d’identità, che assume una connotazione surreale, anche per mezzo delle scenografie di Emita Frigato, alla ricerca di un’estetica futurista, che omaggia a tratti il cinema degli anni Settanta. Sleeping Around non tradisce la sua origine teatrale e la sua attenzione alla psicologia dei personaggi, che si sfiorano nel volteggiare delle loro esistenze. Il regista guarda senza neanche troppo nasconderlo un po’ al Magnolia di Paul Thomas Anderson, un po’ all’Eyes Wide Shut dell’ultimo Stanley Kubrick (tra l’altro tratto da Doppio sogno dello stesso Schnitzler). Di conseguenza, il risultato non sembra quindi essere troppo originale nella sua confezione finale, con i limiti dovuti al fatto di essere una produzione a basso budget.

    La sua chiave vincente risulta però essere la buona prova degli interpreti – in particolare delle protagoniste femminili (Anna Galiena, Francesca Faiella, Jun Ichikawa e Carmen Giardina) – che si muovono in personaggi cupi quanto emotivamente disturbati. Ma, per quanto sia un’opera non priva di difetti, Sleeping Around si allontana dal solito cliché regionalistico del cinema italiano, dalla sua identità provinciale e morbosamente identificativa per raccontare temi e storie universali con un linguaggio filmico internazionale, che ammicca e insegue cinematografie altre. Certo, l’opera possiede comunque alcune incertezze nel suo impianto strutturale nonché le classiche ingenuità di un’opera prima, non riuscendo a gestire fino in fondo il materiale teatrale di derivazione, che risulta a tratti troppo presente, ma Sleeping Around, “salvato” dal dimenticatoio e dalle polveri di magazzino, merita soprattutto la visione per una seconda parte intensa e struggente, che ricuce qualsiasi difetto di fondo possa avere.

    ERMINIO FISCHETTI

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