Speciale Venezia – 6° giorno

02/09/08 - Arrivati a metà  festival, i presagi di tempesta rientrano e i film in Concorso cominciano...

Speciale Venezia – Sesto giorno

(Dal nostro inviato Alessandro Aniballi)

02/09/08 – Arrivati a metà  festival, i presagi di tempesta rientrano e i film in Concorso cominciano a migliorare. Non parliamo tanto di Milk di Semih Kaplanoglu e Melih Selà§uk, afasico racconto di un ragazzo che vuole diventare poeta (ben girato ma calato in atmosfere amorfe), quanto di BirdWatchers di Marco Bechis e di Teza di Halle Gerima. Il primo è il ritratto di una comunità  indios che cerca disperatamente di far valere il proprio diritto ancestrale alla Terra, diritto che gli viene tutt`oggi negato dall`uomo bianco. Girato con un taglio decisamente “cinematografico” (piuttosto che documentaristico, come si poteva pensare prima di vederlo) e molto ben scritto, BirdWatchers forse per la prima volta ci mostra gli indios come dei veri personaggi, con dei bisogni e dei sentimenti finalmente umani (il sesso, la violenza, la vendetta, l`invidia, ecc.), senza i pietismi con cui siamo stati abituati a vederli rappresentati. Si tratta di un film corale, che riesce a tratteggiare anche le esigenze della controparte prevaricante: il proprietario della fazenda che è nato lì e al pari degli indios sente che la terra è sua; uno “spaventapasseri” (un bravissimo Santamaria) che ha l`ingrato compito di tener d`occhio i nativi; la straniera (Chiara Caselli) che vede quella terra solo come opportunità  di sfruttamento turistico; la ragazza che si invaghisce del giovane sciamano.

Altrettanto politico, ma superiore sul piano estetico, è l`etiope Teza, malinconica epica nazionale di un Paese distrutto da dittature e guerre. Gerima è maestro delle inquadrature brevi con la macchina a mano e, contestualizzandole in un montaggio “nervoso”, ci immerge in una messa in scena barocca che, allo stesso tempo, risulta funzionale alle amnesie storico-biografiche del personaggio principale. Purtroppo, una volta che questi ha recuperato la memoria, convincono meno i suoi flashback, perchè, oltre ad uno stile troppo controllato, a tratti paiono sbrigativi nella ricostruzione storica. Tuttavia Teza riesce nell`impresa di raccontarci, partendo dall`Etiopia, il dramma di un continente intero, l`Africa, nell`arco temporale che va dalle speranze rivoluzionarie degli anni Settanta ed arriva fino alle tragedie e alle definitive delusioni degli anni Novanta, in cui proliferarono incredibili conflitti intestini (che continuano ancora oggi). Da Teza emerge dunque un tale pessimismo, che nessun tipo di società  sembra possibile in un Paese come l`Etiopia: la dittatura paternalistica e il regime pseudo-marxista-leninista in primis, ma persino la comunità  tradizionale che vorrebbe impedire una liaison tra il protagonista e una donna “maledetta”. Il finale è commovente poichè l` “eroe”, ormai anziano e malato, decide di sostituire il maestro elementare del villaggio, scomparso in circostanze misteriose. Istruirà  i bambini, pur sapendo benissimo che costoro un giorno qualunque verranno prelevati dall`esercito per andare a morire in guerra. Detto ciò, in virtù del suo discorso politico-estetico, Teza ci pare ad oggi il maggior candidato al Leone d`Oro.

E veniamo a Julio Bressane, grandissimo cineasta brasiliano, cui è stato negato ancora una volta il diritto di competere nella sezione principale della Mostra. Infatti, A Erva do Rato è in Orizzonti, concorso secondario del quale un giorno forse conosceremo l`utilità  . Rispetto alla ricchezza inesauribile di Cleà³patra, A Erva do Rato è semplice e bello, ma forse anche un po` esiguo visto che si arriva al finale con sorpresa e quasi con delusione (eppure c`è un post-finale magnifico in cui il regista rivela a posteriori la sua oscura e costante presenza all`interno di tutto il film). Bressane, ad ogni modo, sa fare cinema come nessun altro e, in tempi di slavate inquadrature digitali, la pienezza del colore stampato su pellicola e il rigore geometrico di questo kammerspiel surreale restano imperdibili per chiunque sia presente al Lido in questi giorni.