Takeway – il podio ad ogni costo

Renzo Carbonera, al suo secondo lungometraggio, torna a girare in montagna dove la nebbia diventa protagonista del sogno offuscato di un podio da conquistare anche dopandosi. Protagonisti Carlotta Antonelli che interpreta la giovane atleta e Libero De Rienzo il suo allenatore. Dal 20 gennaio al cinema. La nostra intervista, in esclusiva, al regista.
Intervista a Renzo Carbonera a cura di Giovanna Barreca

Corri per te o per chi ti guarda? Affronti tanti sacrifici, dolori per te o per le aspettative alte degli altri che ti sono intorno?  In uno dei dialoghi più intensi in Takeaway di Renzo Carbonera la protagonista Maria (Carlotta Antonelli) viene pungolata su questo aspetto da Tom (Primo Reggiani), atleta come lei ma da tempo squalificato per doping. Il giovane vede come la ragazza stia cadendo nel suo stesso vortice e cerca di metterla in guardia dal suo allenatore (che era stato anche il suo), sempre pronto a migliorare i tempi grazie a “farmaci magici”. Jonny (Libero De Rienzo) non sprona Maria a trovare sul campo un tempo migliore ma crede che l’unica maniera per vincere sia falsare la gara perché tutti si dopano, tutti migliorano così le loro prestazioni su pista. Ed è così facile farlo, quasi come ordinare un takeaway, un pasto da portar via, come fanno i clienti del chiosco (che si chiama Takeaway) che l’uomo gestisce nel piccolo paesino di montagna in provincia di Rieti (sul Terminillo, la montagna dei romani) dove vive da nove anni con Maria.

L’unico problema iniziale sembra essere il denaro per acquistare le pastiglie ma i genitori di Maria, nonostante il loro albergo non sia più frequentato dai turisti (il film è ambientato, non a caso nel 2008, in piena crisi finanziaria), fanno di tutto per trovarli perché quel sogno di successo lo coltivano anche loro e sono disposti a tutto per raggiungerlo. Per tutto il film si rivelano complici perché, come dice lo stesso Johnny: “Esiste una sola morale: il podio”.

Renzo Carbone – dopo diversi documentari e il primo film di finzione Resina, ambientato sulle montagne del Trentino – nello scrivere e dirigere Takeaway punta soprattutto al narrare una storia poco nota ai più perché il doping non riguarda solo gli atleti agonistici ma anche e soprattutto i non professionisti con percentuali spaventose, come rivelano le scritte che chiudono il film. Nella nostra intervista ci rivela che il film raccoglie frammenti di tante testimonianze raccolte sia da chi ha fatto uso di sostanze dopanti sia da chi le procurava agli atleti. E la decisione di ambientare il film nel 2008 nasce dalla volontà di accostare due mondi malati: quello della finanza e quello dello sport.

Inoltre ci racconta l’attento lavoro sulla location, protagonista del film come i personaggi perché le nuvole ad alta quota (che sembrano nebbia allo spettatore che conosce poco la montagna) isolano, esattamente come i suoni che vengono enfatizzati anche a dispetto della musica over. Takeaway si avvale della direzione della fotografia di Luca Coassin e delle musiche di Alexander Hacke.

E, con generosità, Carbonera ci racconta il lavoro stilistico sulle inquadrature dell’atleta e del suo allenatore e come Libero De Rienzo abbia offerto un contributo fondamentale per regalare tante sfaccettature diverso al personaggio di Jonny. Sia Jonny che Maria soffrono e Carbonera non ha paura di mettere in scena quel dolore.

Il film è prodotto da Alfredo Federico e Simona Banchi per 39 FILMS Interzone Pictures, in collaborazione con Rai Cinema, in associazione con Laser Digital Film, con il contributo del MIC – Ministero della Cultura, con il sostegno della Regione Lazio Fondo Lazio Cinema International, in collaborazione con Trentino Film Commission.

Dal 2o gennaio 2022 in sala, distribuito da Fandango, dopo la presentazione in prima nazionale alla Festa del cinema di Roma 2021, in Alice nella città.

giovanna barreca