Tedium

28/08/08 - Anche i leoni, si sa, hanno un sesso. E` notoriamente maschile quello d`oro, il più noto e ambito...

Speciale Venezia 65

(Dalla nostra inviata Caterina Gangemi)

khastegi.JPG28/08/08 – Anche i leoni, si sa, hanno un sesso. E` notoriamente maschile quello d`oro, il più noto e ambito, a beneficio dei premiati dalla mostra veneziana. Non tutti però, sono a conoscenza di un altro leone, quello “queer”, che per il secondo anno, nell`ambito della kermesse lagunare, viene assegnato al “miglior film con tematiche omosessuali e queer culture” presente in tutte le sezioni. In attesa di seguire più da vicino questo gustoso evento collaterale, che avrà inizio il 31 Agosto, all`interno della sala Zorzi (Palazzo del Cinema), anche noi di RadioCinema abbiamo pensato di dare il nostro contributo ad una maggiore visibilità delle tematiche GLBT attraverso il mezzo cinematografico, tracciando un`ideale linea “arcobaleno” all`interno di questa 65esima edizione della Mostra, volta a mettere in evidenza i titoli più significativi nel nostro interesse. L`occasione ci viene prontamente fornita, in questa seconda giornata di programmazione, da uno dei “film a sorpresa” della sezione “Orizzonti”, il coraggioso “Khastegi” (Tedium), opera prima del regista iraniano Bahman Motamedian.

Strutturato come un documentario di inchiesta, “Tedium” racconta la quotidiana esistenza di un gruppo di ragazzi e ragazze transessuali e omosessuali di Teheran, tra terapia di gruppo, cambiamenti di sesso, prostituzione e conflitti familiari. A fare da sfondo, la cultura patriarcale e l`integralismo religioso, quelli già esemplarmente raccontati da Marjane Satrapi in “Persepolis”, ai quali qui si aggiungono i preconcetti sull`identità sessuale, che possono spingere un genitore a preferire la morte del figlio piuttosto che accettarne l`omosessualità e che trascendono la cultura iraniana in quanto, trasversalmente diffusi per nazionalità , religioni e censo. Propria del cinema non-fiction, si è detto, è la scelta di Motamedian di intrecciare le testimonianze dei protagonisti, che, presentati attraverso singoli capitoli, si raccontano alla macchina da presa ricostruendo frammenti di vite quotidiane diverse tra loro ma accomunate da un unico desiderio, quello di “essere amati per come si è dentro”. Film imperfetto, che avrebbe necessitato forse di maggior ritmo a smorzarne certi eccessi didascalici, “Tedium” riesce tuttavia nel suo intento più militante, portando a conoscenza di realtà e situazioni fino ad oggi troppo taciute e sollecitando riflessioni tutt`altro che banali sull`identità e le sue sfaccettature.